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Alleanza anti-dollaro? Putin strizza l’occhio alla Cina

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Parlando al 15° Economic Development Forum cinese a Pechino, il Capo economista del fondo di investimento russo, Sberbank Yevgeny Gavrilenkov, ha dichiarato che “lo Yuan cinese potrebbe diventare la terza valuta di riserva in  futuro.” “Questa previsione può essere fatta su dati di crescita economica interna. Probabilmente il paese manterrà un elevato tasso di crescita del PIL e il volume dello stesso salirà a 14-16 trilioni di dollari americani in un breve periodo di tempo, indicatori comparabili con quelli di Unione Europea e Stati Uniti. Nel frattempo i titoli cinesi sono più attraenti per i paesi che hanno un surplus economico, in particolare gli Stati del Medio Oriente”.

Mentre l’annessione della Crimea sta sconvolgendo il mondo intero che si divide tra le posizioni atlantiste e quelle dell’Oriente del mondo, un effetto di emulazione si va propagando in Transnistria, una striscia orientale di terra secessionista della Moldova, dove anni fa è stata proclamata una repubblica comunista; in questa zona vivono, nella miseria tipica di tutta la regione, circa 200mila russi. Dmitrij Olegovich Rogozin, inviato speciale del Cremlino in Transnistria dice apertamente: «Se il treno della Moldavia continua a correre verso l’Europa (UE) perderà qualche carrozza». Intanto il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso ha annunciato la firma dell’accordo di associazione all’Unione europea di Chisinau,  verdeggiante capitale moldava, entro il mese di giugno. Ad un aggressiva politica estera in campo territoriale la Russia accompagna, nel meeting cinese di cui sopra, alcuni scossoni in termini di politica economica estera, mettendo in discussione il ruolo del dollaro come valuta principe di riserva.

Tra sorrisi ed accordi commerciali siglati, non sono infatti mancate le critiche, non velate, al dominio incontrastato del dollaro. Putin in visita a Pechino ha incontrato il presidente cinese Hu Jintao e il Primo ministro Wen Jiabao. Mentre l’accordo sul gas (materia bollente in questo periodo per la Russia) ancora non  è stato ratificato, i due presidenti hanno criticao il ruolo parassitario del dollaro sull’andamento dell’economia mondiale. Il presidente della Federazione russa ha sottolineato ai media cinesi il ruolo del dollaro come valuta di riserva globale, sostenendo che il suo quasi-monopolio permette agli Stati Uniti un ruolo egemone ed immeriato, tanto da poter oggi essere messo in discussione.
 

La Cina, la quale detiene molti titoli del debito pubblico degli USA, ha criticato aspramente il governo statunitense per non aver impedito il crollo del rating di Washington, sostenendo la necessità per il mondo di adottare un’altra valuta di riserva in grado di sostituire il dollaro. Per i cinesi gli USA hanno usato e usano le agenzie di rating a loro uso e consumo, fatto questo, che è stato posto all’attenzione del mondo dell’economia anche da personaggi di alto lignaggio e grande seguito (ad esempio sul Corsera Federico Fubini, ma anche Barnard e molti altri).

Pechino dice senza rancore che non sarebbe compito degli USA quello di fornire una soluzione ai problemi che hanno creato attraverso i prestiti”. Questo è ciò che riporta l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua.”Nel mondo ci deve essere una nuova valuta di riserva per sostituire il dollaro”, prosegue l’agenzia, citata da Bbc russian.

L’economia Cinese e quella Russa sono in crescita, tuttavia la scelta di Yuan o Rublo per sostituire il dollaro o l’Euro coem valute di riserva è forse ancora una strada difficile da battere, persino per le due nazioni che ne discutono nei loro summit che forse sono più politici che economici. E’ sufficiente guardare alla grandissima produzione di moneta che in cina sta innalzando i prezzi degli immobili e produce un’inflazione galoppante per capire che forse la soluzione non è adatta in questo clima di instabilità, nel quale, senza voler indagarne i motivi senz’altro derivanti da scelte strategiche protezionistiche statunitensi, il dollaro resta la valuta più stabile del pianeta.

Sulla grande e per certi versi incontrollata produzione di moneta in Cina un economista indipendente (Yu Fenghui) per Epo ch Times ci illumina:«questi soldi non genereranno alcun profitto reale, quindi l’anno dopo saranno necessari più soldi. Con il tasso di utilizzo che si abbassa annualmente, questo porterà semplicemente a una maggiore crisi nel futuro».

Yu ritiene che l’eccessiva stampa di valuta possa da un lato ridurre il debito pubblico, ma è sostanzialmente un grande onere e porterà inevitabilmente al fatto che il prezzo dei beni saliranno più velocemente degli stipendi. «Attualmente, i dati ufficiali della Cina sull’inflazione e sul Pil non sono credibili», ha detto.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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