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Per la rivista Forbes Putin è il capo di stato più potente del mondo

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Secondo una classifica stilata dalla rivista americana Forbes, pare che quest’anno Obama sia stato spodestato dalla testa della classifica mondiale delle personalità istituzionali. Ciò accade dopo una leadership mondiale che durava dal 2008 ed a favore di Vladimir Putin, classificato come nuovo Capo di Stato più potente del mondo. Anche la cancelliera Angela Merkel, nonostante la rielezione al governo della Germania, scivola giù dal terzo al quinto posto dopo tre anni sul podio. Oltre alla nuova leadership di Putin non bisogna tralasciare il nuovo terzo posto sul podio aggiudicato dal leader cinese Xi Jinping. Quarto posto invece per la “new entry” Papa Francesco. L’unico italiano classificato è il governatore della Bce Mario Draghi, classificatosi al nono posto.

E’ vero si tratta solo di una classifica stilata da un rivista e non da un ente governativo internazionale, senza nulla togliere al prestigio di Forbes, tuttavia i dati dovrebbero far riflettere su come i ruoli, gli equilibri e le leadership mondiali stiano cambiando e con esse, molto probabilmente in un futuro non troppo lontano, anche i rapporti di forza tra paesi sullo scacchiere della politica internazionale.

Per la prima volta dopo decenni si rompe la tradizione della leadership occupata da un presidente americano (sia esso un Obama, un Bush, un Clinton o un Reagan), il che fa riflettere su quanto gli USA risultino molto indeboliti dalla crisi economica (crisi dei mutui subprime, ripresa economica debole e il mini-default dello Stato americano di poche settimane fa), sempre meno credibili a livello internazionale dopo le vicende diplomatiche degli ultimi anni (la bolla di sapone in Siria, l’interrogativo ancora aperto sulle Primavere Arabe e la giungla dell’Afghanistan) e poi anche a seguito degli scandali internazionali (Julian Assange e Wikileaks, il caso Snowden e le recenti vicende di spionaggio mondiale per mano della Nsa). Da tutto ciò sembra emergere chiaramente come gli USA non siano più “la prima potenza mondiale”, come ci eravamo abituati tutti a percepire in questi ultimi decenni. Non va nemmeno trascurato che la presidenza Obama dal 2009 ad oggi sta collezionando un insuccesso dopo l’altro, alla faccia del cambiamento e del rinnovamento promesso nel 2008 dall’allora candidato democratico con il suo slogan “Yes We Can”.

Quanto alla Merkel, ha vinto le elezioni politiche in Germania a settembre 2013 ed è stata rieletta cancelliera, ma perde popolarità a livello mondiale, specie in Europa, in quanto è vista come tra le principali cause della crisi europea. In termini di “realpolitica” (politica e realismo) la Merkel in Europa alla fine fa solamente gli interessi del paese che governa,beati i tedeschi, ma ciò non toglie che abusi della propria posizione politica sulle politiche comunitarie da intraprendere e sugli “ordini da impartire” ai vari capi di stato europei. Sull’ascesa della Cina nulla da ribadire, ormai sono anni che si parla di ascesa del “Dragone Cinese” anche se permangono critiche e interrogativi sui diritti umani in un paese che, pur essendo una potenza economica mondiale, rimane attaccato a vecchie nomenclature interne legate a Mao Tse Tung e al comunismo.

Infine sulla nuova leadership di Vladimir Putin: la Russia solo 25 anni fa uscì con le ossa rotte da 70 anni di Unione Sovietica, da allora per almeno 10 anni ha contato pochissimo sulla scena internazionale, Putin prese la guida del paese nel 1999 al posto di un Boris Eltsin che abdicò per inettitudine politica e di fronte ad una serie di fallimenti di politica interna ed estera. In 15 anni di governo Putin è riuscito a ricostruire una nuova immagine di una Russia forte e vigorosa, completamente rinnovata, legata alle proprie radici e alla propria identità culturale ed al contempo lontana dal ricordo fattosi storico del periodo sovietico, inoltre ponendo più volte l’Europa, situata geograficamente proprio a metà strada tra la Russia da una parte e l’Oceano Atlantico dall’altra, di fronte ad un bivio fatto di interrogativi alquanto seri sul proprio futuro.

Le mosse di Putin in questi 15 anni non sono state irrilevanti e non sono passate inosservate agli occhi degli osservatori e di chiunque segua con un minimo di interesse cosa accade nel mondo.

Pertanto alla domanda “leadership mondiale meritata?” non si può che rispondere: in termini di realpolitica, assolutamente sì.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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