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La rivista Internazionale, da sempre molto vicina alle posizioni della sinistra europea, ha denunciato oggi attraverso un articolo la tragica situazione cui devono far fronte le università greche.
La culla della cultura e della civiltà occidentale rischia infatti di dover rinunciare ai luoghi del sapere per le assurde politiche economiche di austerity imposte dall’Unione Europea.
Il governo Samaras per far fronte alle mostruose condizioni imposte per ottenere ulteriori prestiti internazionali, dovrà effettuare macroscopici tagli nel settore pubblico, andando così a eliminare in tronco il 40% del personale presente nelle università di Atene, Salonicco e Creta (otto atenei coinvolti). A fronte di questa situazione i vari senati accademici hanno annunciato l’impossibilità di tenere aperte le strutture a causa della mancanza dei servizi base.
Risulta sempre più chiaro il disegno che sta sotto le azioni delle organizzazioni economiche internazionali e regionali, come Fmi e Bce, ovvero di affamare la popolazione nel presente e togliere le speranze alle generazioni future, così da orchestrare a proprio piacimento il flusso di denaro circolante per l’Europa e per il mondo. Denaro che non verrà usato per produrre ricchezze tangibili, bensì per la produzione di altro denaro che finirà sempre nelle mani dei soliti noti sciacalli.
Tutto questo però “Internazionale” omette di dirlo, o di supporlo, mentre quando il nostra Paese era, qualche anno fa , alle prese con gli stessi tagli imposti dall’esterno, che sono culminati con la tanto criticata riforma Gelmini, la stessa rivista non aveva perso tempo nel mettere alla gogna Berlusconi e il suo governo come esecutori di un oscuro piano per mandare in rovina l’Italia. Chi è il colpevole? un governicchio nazionale che si vede costretto di punto in bianco a dover tagliare il 40% delle spese pubbliche, oppure chi dalla crisi finanziaria si è arricchito di soldi e potere e ora orchestra un’altra bolla da far scoppiare?
