La Sacra Bibbia contiene in realtà cronache di incredibili incontri ravvicinati del terzo tipo? Così pare da una lettura attenta del testo. Ma in questo caso come cambierebbe il nostro rapporto con il Sacro?
3a Parte
Andando avanti nella nostra analisi del testo biblico passiamo ai libri relativi al Secondo Libro dei Re ai versetti 11-12 *, nella parte relativa alla vita del profeta Elia.
C’è un passo altamente spettacolare e inverosimile nel quale si narra del rapimento del profeta Elia che viene portato in cielo da Dio. Leggiamo insieme il passo che ci interessa: ” Continuarono a camminare e a parlare ( Elia e il suo discepolo Eliseo). Un carro di fuoco con cavalli di fuoco passò in mezzo a loro. Elia fu rapito in cielo in un turbine di vento. Eliseo riuscì a vedere e gridò: Elia padre mio! Difesa e forza d’Israele. Poi non lo vide più”. Una descrizione questa che non può non lasciarci sbalorditi: Eliseo, discepolo di Elia assiste a un qualcosa che non può spiegare, un qualcosa a cui reagisce con veemenza, strappandosi poi i vestiti in due parti, una reazione chiaramente dettata dallo shock per quello che ha appena visto.
Qui abbiamo due possibili soluzioni interpretative: una fantasiosa e un’altra più razionale anche se non logica e non coerente con il contesto storico di cui stiamo parlando. Nella prima dovremmo credere alla classica nuvola misteriosa che per magia, non si sa bene come, rapisce il profeta Elia e in modo altrettanto fantasioso lo trasporta su in cielo fino a quando non scompare alla vista del discepolo. Un’altra più realistica anche se…fuori tema, ripetiamo, rispetto al tempo e al luogo di cui parliamo, che vede in questa immagine l’intervento di una qualche macchina volante ad altissima tecnologia che, non sappiamo come, prende Elia, lo solleva da terra e lo eleva in cielo fino a nasconderlo allo sguardo di un attonito Eliseo.
Anche qui, come sopra, sembra di essere davanti alla descrizione, con le scarne parole a disposizione di chi apparteneva al suo tempo, ovvero circa settecento anni prima di Cristo, di un qualcosa che andava al di là delle proprie conoscenze. Ora chiediamoci come un uomo di allora avrebbe potuto descrivere l’arrivo di un semplice elicottero e poi leggiamo nuovamente il testo: avremo delle sorprese, compresa la descrizione dello spostamento d’aria, il “turbine di vento”, provocato dai motori in funzione del velivolo in questione. Certo può sembrare fantascientifico tutto ciò ma, continuo a ripetere, non sembrano esserci alternative tra l’ipotesi leggendaria della nuvoletta con Dio dietro che si abbassa al suolo e quella più realistica di una qualche specie di velivolo a motore in grado di volare e di planare a livello del suolo: sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, se non fosse appunto per l’apparente inspiegabilità in relazione al contesto storico, questa sembrerebbe l’unica ipotesi alternativa che abbiamo a disposizione per capire quanto ci viene descritto.
Ho provato anche a immaginare l’ipotesi del vento molto forte, tipo Bora, che porta via il povero Elia, ma l’ipotesi non regge: per far volare via un uomo adulto non basta neppure la Bora, occorre una vera e propria tromba d’aria ma allora a questo punto, saremmo in presenza di una tromba d’aria “selettiva” e dispettosa che si porta via solo Elia e lascia stranamente a terra Eliseo…
Passiamo ora a leggere il brano contenuto nel libro del profeta Ezechiele ai capitoli 1 e 3, rispettivamente ai versetti 4-28 e 10-15 * scopriremo delle cose interessanti: ” Alzai gli occhi e vidi un uragano, venire dal nord. In una grande nube, tutta circondata da bagliori, lampeggiavano fulmini. In mezzo ai lampi risplendeva qualcosa simile ad un metallo incandescente. Al centro della nube vidi quattro figure che sembravano esseri umani. Ciascuno aveva quattro aspetti e quattro ali. Le loro gambe erano diritte, avevano piedi simili a zoccoli di vitello, splendenti come rame lucido. Ognuno aveva quattro aspetti, quattro ali e quattro mani, una per lato, sotto ogni ala. Le loro ali si toccavano. Quando camminavano, andavano diritto e cambiavano direzione senza voltarsi.
Ciascuno di quegli esseri aveva quattro aspetti: uno d’uomo, uno di leone, uno di toro e uno di aquila. Avevano due ali spiegate verso l’altro che toccavano quelle dei vicini mentre con le altre due si coprivano il corpo. Camminavano diritto senza voltarsi e andavano insieme dove volevano. Quegli esseri viventi sembravano carboni ardenti. Erano come torce accese, in continuo movimento, che risplendevano e sprigionavano scintille. Gli esseri andavano e venivano come lampi. Guardando gli esseri viventi, vidi a fianco di ognuno una specie di ruota che toccava la terra. Queste ruote erano simili fra loro: tutte brillavano come topazio. Come se fossero intersecate da un’altra ruota, potevano muoversi in tutte e quattro le direzioni senza aver bisogno di voltarsi. Inoltre i cerchioni delle ruote erano enormi e spaventevoli e sprigionavano bagliori tutt’intorno. Quando gli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro; quando si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Essi andavano insieme dove volevano e le ruote con loro, perché essi le guidavano (!?).
Infatti quando si muovevano o si fermavano o si alzavano da terra, le ruote facevano lo stesso. Una specie di volta, splendente come cristallo, si stendeva sopra le teste degli esseri viventi…Quando si spostavano sentivo il rumore delle loro ali: era simile al fragore di una enorme massa d’acqua, simile alla voce di Dio Onnipotente, era un frastuono assordante come il tumulto di un immenso esercito. Quando si fermavano, ripiegavano le ali. Sentivo anche un rumore che veniva da sopra la volta distesa sugli esseri viventi. Lassù, vidi qualcosa simile a un trono di zaffiro e su quello sedeva una figura dall’aspetto umano. Brillava come metallo incandescente. Stava in mezzo a un fuoco e, dall’alto in basso, era circondata da uno splendore simile all’arcobaleno fra le nubi di un giorno di pioggia. Questo splendore era come il riflesso della gloriosa presenza del Signore….Allora lo spirito di Dio mi sollevò e udii risuonare alle mie spalle un immenso coro di voci che acclamavano ” Benedetto sia il Signore, là dove manifesta la sua gloriosa presenza. Udii anche il rumore del battere d’ali degli esseri viventi e quello delle ruote. Era un gran fragore. Lo spirito di Dio mi sollevò e mi portò via. Ero amareggiato e sconvolto, ma il Signore mi afferrò con la sua potenza. Tornai a Tel Aviv, vicino al fiume Chebar, dove vivevano gli esiliati. Vi rimasi per sette giorni stordito”.
Questo è sicuramente uno dei brani della Bibbia più sconvolgenti e al tempo stesso inquietanti: il profeta Ezechiele ha assistito a un qualche cosa di assolutamente straordinario e inspiegabile, un qualche cosa che, come è detto alla fine, lo lascia stordito per diversi giorni. A leggere questo passaggio del testo, lungo e ricco di particolari, ci sembra di ritrovarci letteralmente catapultati in un romanzo di Isaac Asimov, il testo molto evocativo, ci fa piombare in una visione che sembra assumere le caratteristiche del set di un film di fantascienza tipo “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Qui non c’è assolutamente la minima possibilità di fraintendimenti: qualcosa di molto strano è accaduto ad Ezechiele, un qualcosa che lui, povero uomo del suo tempo, ha cercato disperatamente di descriverci con il linguaggio che aveva a disposizione, linguaggio spesso insufficiente ma appunto per questo altamente credibile nella sua “rudimentalità espressiva”.
Esseri che guidano, queste sono le sue stesse parole, ruote volanti e che possono variare la direzione senza neanche voltare lo sguardo non è il frutto di una fantasiosa ricostruzione filologica del testo: è quanto Ezechiele ha vissuto in prima persona, e che ha cercato di riportare e, in qualche modo, descrivere ai futuri lettori punto e basta. Interessante è la descrizione del rombo che questi misteriosi macchinari guidati dagli esseri fanno: un rombo che ben rende l’idea di quello di un motore, un rumore al quale lo stesso Ezechiele non poteva essere abituato e che qualsiasi uomo suo contemporaneo avrebbe probabilmente descritto in quei termini accostandolo al rumore di una grande massa di acqua oppure al frastuono di un immenso esercito: è vero, pensiamo al rumore di un motore e a come un uomo primitivo potrebbe descriverlo con le sue parole e con i paragoni di riferimento a sua disposizione: il risultato se ci pensiamo un momento non potrebbe essere molto diverso da quello che ci ha lasciato il profeta Ezechiele. Anche qui, come abbiamo già detto sopra, a meno di non andarci a infilare nelle secche di una ricostruzione fantasiosa di esseri angelici, di visioni di mondi ultramondani e quant’altro, sembra che l’interpretazione più credibile e plausibile possa essere quella…meno credibile se inserita nel contesto in cui si trova: quella di uomini scesi da un qualche enorme velivolo grazie alla spinta di complessi sistemi di spostamento nell’aria, dotati di motori, e in grado di essere guidati e condotti dagli stessi nella direzione da loro prescelta. Non sembra esserci spazio per altre ipotesi, così stanno le cose, che lo vogliamo o no.
Un altro fatto inspiegabile capita, tornando indietro nel tempo e a ritroso nel testo biblico, a Mosè nel precedente libro dell’Esodo al capitolo 17 versetti 18-19* quando si dice che ” Il Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore come un fuoco. Il fumo saliva come quello di una fornace, e tutto il monte era scosso come da un terremoto. Il suono della tromba divenne sempre più forte. Quando Mosè gli parlava, Dio rispondeva con il tuono” . Qui, rispetto al più tardo racconto di Ezechiele, non è lo stesso Mosè a raccontare quanto gli è accaduto, ma il discorso è fatto in terza persona e quindi chiaramente la descrizione finisce ovviamente per essere assai meno minuziosa rispetto a quella di Ezechiele. Comunque anche qui il rombo di un qualche misterioso motore viene descritto come meglio avrebbe potuto fare un uomo a digiuno di cognizioni tecniche moderne, facendo riferimento come termine di paragone più credibile a una tromba e a un tuono.
Qualcosa di misterioso comunque è accaduto sul monte Sinai, una presenza che Mosè riferisce al suo popolo invitandolo al rispetto delle tavole dei Dieci Comandamenti a lui affidate da Dio. Un Dio, quello del Vecchio Testamento, che continua a provocarci offrendo di sé stesso una immagine alquanto strana, magari sovrumana ma pur sempre…più umana di quanto possiamo immaginare. Ma le sorprese ovviamente non finiscono qui. La stessa Arca dell’Alleanza descritta nella Bibbia come una misteriosa arma nella quale Dio stesso si fa presente e che dona a chi la custodisce un potere misterioso in grado di conseguire la vittoria contro i nemici, è un oggetto alquanto incredibile e non spiegabile in base alla concezione che abbiamo del mondo antico. Più di uno studioso ha provato ad accostare l’oggetto più strano di tutta la Bibbia ad un presunto accumulatore di energia di svariate centinaia di volt, un’energia in grado di carbonizzare chiunque osi avvicinarsi senza prendere le dovute precauzioni. Anche qui siamo apparentemente in contatto con “l’assurdo”, un assurdo se confrontato con gli schemi logici della ricostruzione storica, ma che in effetti con questi fa a pugni perché non coerente con le risposte tradizionali che gli storici hanno finora dato.
I problemi interpretativi e le sorprese che abbiamo visto nel testo dell’Antico Testamento non finiscono in quella sede ma riprendono e, se vogliamo, trovano il loro logico sviluppo e coronamento nel Nuovo Testamento: anche qui, come vedremo nelle prossime pagine, i colpi di scena non mancano.
* Da “La Bibbia Intercofessionale” Editore “LDC-ABU Il Capitello , Roma 2001;
di Roberto Crudelini