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Le Nazioni Unite hanno assicurato un passaggio per i siriani civili feriti e in stato di pericolo in quattro città al centro della guerra siriana.
Si tratta di 500 persone provenienti dalla provincia di Idlib nel nord ovest del Paese, dove il governo siriano di Assad sta proseguendo la sua offensiva. Le città coinvolte dall’escalation di violenza sono ben quattro, due di queste, Foua e Kefraya sono sotto il controllo governativo, mentre le altre due, Zabadani e Madaya sono ancora controllate dai ribelli.
Sono stati utilizzati dei semplici bus per trasportare i siriani, con un occhio di riguardo alle fasce più deboli, in particolare i bambini. Queste 500 persone andranno a sommarsi all’ormai incalcolabile numero di IDPs (Internal Displaced People) in Siria, ovvero coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case alla ricerca di posti più sicuri.
Lo scorso mercoledì sempre le Nazioni Unite avevano annunciato che 40.000 persone erano fuggite da Aleppo per l’intensificarsi dei combattimenti sulla città. Molti di questi hanno trovato riparo nei campi di Bab al-Salam Sijjou, vicino alla città di Azaz (circa 30 km nord ovest di Aleppo).
L’organizzazione Medici Senza Frontiere, che opera in Siria dall’inizio del conflitto (sempre distintasi per neutralità a umiltà d’azione) ha annunciato che sono più di 100.000 i siriani IDPs nella zona al confine con la Turchia, numeri che ovviamente cresceranno a dismisura nel prossimo mese vista la decisiva battaglia di Aleppo.
Per concludere bisogna sottolineare la pochezza dei media italiani che non possiedono fonti dirette per una cronaca dettagliata del conflitto siriano. Le notizie, riportate sempre più raramente, sono scopiazzate nemmeno alla buona dalle agenzie di stampa, senza un occhio critico e senza la consultazione di più fonti.
