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Siamo in guerra!

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Ennesimo film dell’orrore islamico: a Bruxelles tre esplosioni nell’aeroporto e nella metropolitana seminano morte e terrore. Al momento si registrano 31 vittime e 230 feriti. Forse una delle vittime è di nazionalità italiana. L’Isis ha ufficialmente rivendicato gli attentati.

 

L’Isis è ripartito e lo ha fatto nel suo solito stile: eclatante, fragoroso e spietato con l’ennesima scia di morte, di sangue e di terrore. Questa volta è stato preso di mira il cuore pulsante dell’Europa, dove è di casa il Parlamento Europeo e la stessa Nato. E dove erano di casa le decine di vittime innocenti che avevano l’unica colpa di vivere in una città costretta a subire in silenzio l’invasione islamica e la conseguente convivenza con le cellule infiltrate del terrorismo jihadista. Altre decine di morti e feriti che gridano vendetta al cospetto di Dio, non il dio del criminale assassino Al Baghdadi, ma quello di chi crede ancora nella giustizia, nella misericordia e nell’amore verso il prossimo.

Questa volta il terrore islamico ha colpito prima l’aeroporto di Zaventem con i kamikaze che si sono fatti saltare in aria in mezzo alla folla, e poi, un’ora dopo, la metropolitana di Bruxelles con una bomba esplosa alle 9 del mattino di ieri. Il bilancio  per ora è di 31 morti e 230 feriti. Tra le vittime potrebbe esserci un’italiana che era solita utilizzare la metropolitana e che per ora risulta dispersa. Tra i feriti invece ci sarebbero tre nostri connazionali che però sarebbero stati già rilasciati dagli ospedali in quanto colpiti in maniera lieve.

 

Questa è l’ennesima ferita inferta da chi da tempo è in guerra contro di noi, una guerra vigliacca condotta senza un esercito regolare di invasione ma con l’infiltrazione silenziosa di alcuni bastardi senza gloria che si acquattano nell’anonimato per poi colpirci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo. Una guerra vigliacca che altrettanto vigliaccamente l’Europa continua ad ignorare come se i morti e i feriti che ogni volta ci tocca contare appartengano ad un’entità lontana anni luce da noi, come se l’inquietante e lugubre urlo degli stessi feriti e dei moribondi faccia solo parte della tetra coreografia di un brutto sogno.

 

No signori, non stiamo sognando: questa è la realtà e, in barba al solito buonismo da quattro soldi di stampo radical-borghese, è una realtà che incombe in modo drammatico e vuole ora risposte definitive e immediate. Siamo in guerra e allora decidiamoci, e anche al più presto, a farla una buona volta anche noi perché nessun pacifismo a senso unico pateticamente sospeso tre le illusioni da new age e il politically correct di certa sinistra catto-buonista-comunista, minoritaria ma assai prepotente, potrà mai impedire il sacrosanto diritto dei popoli e degli stati alla legittima difesa.

 

L’alternativa alla reazione militare è semplicemente il nostro annientamento politico e fisico, un annientamento da tempo studiato a tavolino da una parte di quell’Islam che in nome della pietà e della tolleranza abbiamo prima accolto, poi sfamato e infine lasciato prosperare e organizzare. Il prezzo di tanta e tale ingenuità a 360 gradi lo stiamo pagando ormai da tempo a suon di morti e di feriti. Non ci stancheremo mai di dire che il sacrosanto diritto all’accoglienza e alla solidarietà non va confuso con il pericolosissimo e devastante principio della tolleranza dell’invasione di massa tanto caro a certa sinistra latrante e pacifista. Quella stessa sinistra europea che ha chiuso gli occhi e le orecchie di fronte al dilagare del fenomeno dei foreign fighters coccolati, accolti e armati dall’Isis e altrettanto amorevolmente lasciati da noi tornare a casa per farci poi scannare come tante ignare vittime sacrificali.

 

Qualcuno in questi giorni ha avuto l’ardire e la faccia tosta di affermare che con il terrorismo dovremo comunque abituarci a convivere come se quello stesso terrorismo fosse ineluttabile e quindi accettabile. A questi signori comodamente seduti nelle loro confortevoli poltrone degli studi televisivi che danno fiato alla bocca giusto per darsi una qualche forma di notorietà rispondiamo nell’unica maniera possibile anche se poco rispettosa di certa ipocrita educazione di stampo borghese: andate a farvi fottere! Una interiezione disperata, rabbiosa ma almeno…rispettosa di chi finora è morto invendicato.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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