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Mentre l’Onu prende tempo gli jihadisti continuano ad uccidere, a decapitare e a bruciare

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Nonostante la chiara presa di posizione del nostro Ministro degli Esteri Gentiloni che nel suo discorso di ieri ha parlato di “tempo non infinito“, l’Onu tentenna sperando evidentemente che il mediatore Bernardino Leon riesca a trovare nel frattempo una soluzione politico-diplomatica. Questo mentre in Libia, così come sta succedendo da tempo in Iraq si continua a morire sotto i colpi delle falangi del terrore degli affiliati libici dell’Isis. Sul fatto che l’Organizzazione delle Nazioni Unite non sia mai stata un ente internazionale dotato di grande velocità decisionale lo sapevamo già ma purtroppo questa volta il tempo stringe perché le milizie dell’Isis si stanno rafforzando ogni giorno che passa e…particolare di  non secondaria importanza, questa volta sono dietro l’angolo di casa nostra.

 

Il Governo Egiziano è l’unico che per ora si è assunto il rischio e l’onere di un intervento militare a fianco del governo regolare di Tobruk. Dopo i raid aerei di lunedì e martedì, oggi truppe egiziane di terra avrebbero compiuto un attacco di terra alla città di Derna, roccaforte delle milizie jihadiste, uccidendo, sembra, 155 uomini e catturandone altri 55. Un bel colpo considerando che, secondo alcune stime degli esperti militari, a Derna ci sarebbero circa 800 affiliati all’Isis, numero che però ci pare esageratamente ottimistico vista la facilità con cui le truppe “nere” si stanno espandendo nel territorio libico.

 

Il Governo del Cairo, che ovviamente non può sobbarcarsi da solo tutto l’onere dell’intervento militare, sta chiedendo a gran voce un aiuto alla Comunità Internazionale perché intervenga al suo fianco e tolga l’embargo delle armi al legittimo governo libico asserragliato nella città di Tobruk. La speranza è che il buon senso prenda il sopravvento e contribuisca a rendere la decisione dei paesi occidentali il più rapida e univoca possibile. Da alcuni documenti segreti venuti in mano ai servizi dell’antiterrorismo inglese, si sarebbe poi appurato, la notizia dovrà comunque essere confermata, che l’Isis avrebbe intenzione di utilizzare i barconi dei disperati per portare il caos e il terrore nei paesi dell’Europa meridionale.

Se così fosse, ma non eravamo tanto ingenui da non averlo immaginato, il Governo Italiano dovrà prendere al più presto drastici provvedimenti per evitare che l’emorragia di profughi continui con il ritmo degli ultimi giorni perché se no sarebbero dolori e la bandiera dell’Isis potrebbe presto sventolare anche sul nostro stesso suolo mentre l’Italia potrebbe diventare un’immensa polveriera. I prossimi giorni ci diranno se il Consiglio di Sicurezza dell’Onu sarà finalmente riuscito a vincere la sua atavica lentezza e prudenza perché aspettare ancora sarebbe autolesionismo allo stato puro.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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