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Israele invade la Striscia di Gaza, Obama: “Israeliani hanno il diritto di difendersi”

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E’ incominciata l’operazione militare terrestre israeliana “Protective Edge“, che ha visto il dipsiegamento di migliaia di uomini nel territorio della Striscia di Gaza. Si contano già 60 morti in nemmeno 25 ore di operazione, nella lista nera anche donne, bambini e neonati. A New York si è riunito in fretta e furia il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quell’organo che per veto di Stati Uniti da una parte e Russia e Cina dall’altra, difficilmente intraprenderà una ferma azione di pace in Medio Oriente. In particolare gli americani continuano a rimanere arroccati nella loro posizione di estremismo pro Israele e le parole di Obama confermano questa linea d’azione. “Israele ha il diritto di difendersi”, strano modo di difendersi quello di attaccare, una tattica che conoscono molto bene anche in Iraq e in Afghanistan.

Forse la partnership economica che lega Washington a Tel Aviv è ormai troppo impegnativa per poter valutare per un attimo l’ipotesi di promuovere la pace in Palestina. L’offensiva israeliana è scattata a seguito del lancio di razzi partiti da Gaza verso il territorio ebraico. Un lancio di razzi che parte da una motivazione ben precisa: Israele ha rifiutato la richiesta palestinese di liberare i prigionieri detenuti nel proprio territorio oltre ad aver negato l’apertura dei valichi tra Gaza e Israele e tra l’Egitto e la Striscia. In ogni caso sarebbe fuorviante cercare di capire chi ha colpito per primo, sarebbe come scoprire se è nato prima l’uovo o la gallina.

Ricordiamo con nostalgia l’esistenza di un territorio palestinese in cui arabi ed ebrei vivevano in armonia, prima che l’estremismo sionista, ben supportato dagli inglesi, diede avvio alla colonizzazione di massa, ribaltando in maniera forzata ed artificiosa quelli che erano i  naturali rapporti di forza tra le due etnie. Ormai la frittata è stata fatta, impossibile pensare di tornare indietro.

L’unica soluzione auspicabile, la meno peggio in realtà, è la costruzione di due stati ben separati (con la Striscia di Gaza e la Cisgiordania che dovrebbero tornare in mano ai palestinesi) e Gerusalemme sotto prottettorato internazionale, almeno per i primi vent’anni. Sappiamo tutti però che senza l’appoggio di Washington non se ne farà nulla. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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