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Farage fa il botto e lancia la sua sfida a Bruxelles

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Prima il successo della Le Pen, poi la strabiliante ascesa di Alba Dorata e Tsipras, adesso la consacrazione di Nigel Farage e del suo UK Independence Party alle amministrative britanniche. Tre indizi che fanno una prova. Tre vittorie che, nonostante le evidenti differenze ideologiche di fondo, portano un’unanime voce contro l’Europa dell’asuterity e dei burocrati.

Se la Le Pen e Alba Dorata da una parte rappresentano la voglia di rivalsa nazionale e l’anticapitalismo moderno per la ricerca di una “terza via” allo sviluppo, Farage predilige un’impostazione molto più liberale, essendo la sua critica rivolta allo strapotere tecnico dei burocrati che con le loro leggi ad hoc impediscono il libero sviluppo dell’individuo (rimanendo sempre in un’ottica capitalista).

Il partito di Farage ha avuto un successo del tutto inaspettato visti i 122 seggi conquistati, rispetto all’unico delle scorse elezioni e agli 80 che erano stati previsti per queste ultime. Nigel Farage entra dunque di prepotenza nell’olimpo dei partiti storici inglesi, tra laburisti (che non perdono un colpo, 181 seggi conquistati) e i tories (186 seggi, in netto calo rispetto alle precedenti elezioni). Il dato però forse più eclatante è stato quello relativo all’affluenza: solo il 36%. Numeri che i media tendono a nascondere e a non rivelare, ma che riflettono il pieno disamore dei popoli europei verso una classe politica schiava dei poteri bancari e finanziari mondiali.

L’ascesa di Farage è stata testimoniata con la solita diffidenza da parte dei giornali nostrani e vi è anche chi sminuisce, in maniera del tutto illogica ed illegittima, il risultato dell’Uk Independence Party. L’Unità così ha descritto le amministrative britanniche: “Anche in Gran Bretagna populisti al di sotto delle aspettative“. I dati che sopra abbiamo riportato dimostrano in maniera oggettiva la fallacia della tesi sostenuta dall’Unità. Ultimo tentativo di portare voti al Pd?

 
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Di Redazione Elzeviro.eu

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