Il conflitto israelo-palestinese, tra le innumerevoli atrocità, ne compie una sottesa: spostare l’attenzione da conflitti di maggiore portata come quello nell’Iraq del Nord, dove l’autoproclamato Califfato di Isis si è reso autore di alcune trucide e di un religionicidio ai danni dei cristiani. In Siria, poi, la situazione è tremenda e il numero di bambini uccisi è l’ennesimo rispetto ai morti di Gaza.
In un incontro di fine mese scorso il presidente Barack Hussein Obama, interpellato da un gruppo di parlamentari del Congresso sulle azioni di politica estera in Siria, ha risposto che armare i ribelli siriani sarebbe stata una horseshit. Merda di cavallo: leggi, stronzata. Ecco la dichiarazione “L’idea che noi avremmo potuto elargire armi leggere o anche più sofisticate a quella che era un’opposizione in pratica formata da dottori, farmacisti, contadini e via dicendo; e il fatto che questi sarebbero stati capaci di combattere non soltanto contro uno Stato bene armato, ma contro uno Stato bene armato appoggiato da Russia, Iran e da Hezbollah, non è mai stata tra le opzioni sul tavolo”.
Il Segretario di stato Usa (ministro degli Esteri) H.
Evitiamo in questa sede di parlare del modo in cui gli USA negli ultimi tredici anni hanno affrontato la lotta al terrorismo, quando Al-Quaeda è riuscita addirittura a costituirsi in uno Stato territoriale autonomo (l’Isis), il più ricco gruppo terroristico della Storia, basti qui sottolineare la incredibile volubilità e incertezza nella gestione di quello che sta diventando un vero e proprio disastro.