Scrive lettere di solidarietà a governi stranieri che intentano azioni fuorilegge come lo scarico in territorio italiano, effettuato da uomini in armi, di immigrati clandestini (inutile dire quanti reati integra questo comportamento). Vive nell’oblio politico, sostenendo posizioni d’un buonismo d’accatto che fa tenerezza perfino alle loro madri. Si produce in un’opposizione che riesce a far sì che l’opposizione di una formazione politica morta e sepolta come Forza Italia risulti degna d’interesse. Non parla di politica.
E’ ormai totalmente scollata dai cittadini, dal lavoro, mentre pensa solo alle politiche dell’integrazione e al riconoscimento dei diritti delle minoranze. Seguita in scontri intestini e divisioni dello zero virgola, mentre il Pd, il vero problema al centro di tutto, si vittimizza evidenziando la presunta cattiveria dell’avversario politico. Il mantra quotidiano sono le accuse di razzismo, ma il risultato è ormai la ridicolaggine.
Vive di propaganda e diventa organo del progressismo pariolino (a Torino crocettino o collinare, secondo le varie declinazioni delle grandi città), quella borghesia di parassiti del sistema che vivono di educazione ed ingrassa alle spalle dei lavoratori subissati da tasse e in cerca di ossigeno per risanare la produttività di un paese che ormai si è reso conto che, se la seguisse, finirebbe nella stessa canna del gas.
Riescono a sopravvivere grazie a finanziamenti di pseudofilantropi interessati, finanziamenti elettorali (che – insieme agli altri – chiamano rimborsi per beffare il risultato del referendum del 1995 che li aboliva).
Non c’è dunque molto da aggiungere, salvo un breve riassunto di ciò che è appena accaduto in Abruzzo, dove il candidato del centrodestra (Lega, FI e FdI) ha stravinto e sarà il nuovo Presidente della Regione.
dichiarando che
la Ricostruzione è la priorità assoluta
Ha toccato picchi di oltre il 50 percento delle preferenze a L’Aquila. La Lega passa dal 13,9% delle scorse politiche al 27,84. Il candidato grillino Marcozzi si è fermato al 20% (il Movimento 5 Stelle a marzo scorso prese quasi il 40%). Legnini per il centrosinistra al 31,6% grazie all’aiuto delle liste civiche, mentre
Qui Lega e Fdi hanno stravinto, certo, mentre FI e residui democristiani agguantano un terzo dei consensi della coalizione. Il Centrosinistra perde, ma non sprofonda per un solo ed unico motivo: la lista civica. Il Pd, anche qui, non si può dire che abbia dei problemi, ma è ovvio come sia esso stesso il problema. Il M5S ha dimezzato i consensi delle politiche, ritornando terzo polo. Questo perché gli elettori si sono resi conto che tra il dire (anche il dire più interessante) ed il fare (anche il più pratico ed immediato), sopratutto in Italia, c’è di mezzo il mare.
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