Economia e finanza

Quei pezzenti che litigano per le briciole del Recovery Fund (mentre i paperoni ridono)

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Che pezzenti che siete, che siamo tutti. Noi italiani, lì a salivare e litigare per i duecento miliardi del Recovery Fund, che potrebbero bastare per salvare il paese e la classe media, ma i ricchi e la casta vogliono papparseli perché senza osceni lussi e privilegi ormai proprio non ci sanno stare e sono disposti a morire piuttosto che a rinunciarci, a differenza dei servi che per aver salva la vita accettano qualunque sopruso (è la dialettica del padrone e dello schiavo teorizzata da Hegel due secoli fa).
Gli americani salivano e litigano per molto di più, quasi duemila miliardi, coi quali però occorre rimediare a una tragica assenza di qualsiasi forma di assistenza sociale, un vuoto intenzionalmente creato dai profeti del liberismo così cari a Salvini, a Renzi e ai Bocconi boys tipo Draghi.

200 miliardi qui, 1900 miliardi lì, coi quali ricostruire nei prossimi anni le economie di due dei paesi più prosperi del mondo. Vi sembrano davvero tanti?

Non dovrebbero, visto che nel solo 2020, l’anno della pandemia, quindici persone (quindici) hanno guadagnato 530 miliardi,

dunque più del doppio del fondo che potrebbe salvare l’Italia e più di un quarto del fondo che potrebbe rimettere in moto la più grossa economia del pianeta. Davvero non vi pare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato e di immensamente immorale? Davvero c’è qualcuno, anche fra i leghisti, che davvero creda che Musk abbia “meritato” di guadagnare 140 miliardi in dodici mesi, Bezos 70 miliardi, Buffet 30 miliardi?

Purtroppo c’è, ed è quello il nostro problema: i numerosi coglioni (anche a sinistra, anche fra i pentastellati) che televisione e social hanno convinto che speculare finanziariamente sia un diritto, che tassare i miliardari sia una sopraffazione da bolscevichi, che se i ricchi si arricchiscono diventiamo tutti più ricchi, che la Terra e la gente possano venire spremute indefinitamente a vantaggio di pochi vincenti.

Mi domandate spesso: sì vabbè ma praticamente cosa bisogna fare? Non credo che si possa fare niente finché questa mentalità non venga resa socialmente inaccettabile, finché i miliardari non vengano disprezzati, finché i loro cani da guardia (a cominciare dai giornalisti) e ammiratori non divengano dei paria. Ci aspettano durissime battaglie politiche e sociali ma la premessa necessaria per poter semplicemente combattere (e non necessariamente vincere) è una trasformazione culturale che ponga fine al culto del successo, alla deregulation individualista e all’avidità come virtù fondamentale.

di Francesco Erspamer

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Redazione Elzeviro.eu

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