Autore: Gilberto Trombetta
La Commissione Europea, infatti, fece fallire ben quattro banche italiane, impedendone il salvataggio pubblico. Peccato non potesse impedirlo e che, mesi dopo, a danni fatti, la Corte Europea lo riconobbe. Troppo tardi, ovviamente.
Ma non è una novità, è così che funziona l’Unione Europea: figli e figliastri. Non si spiegherebbe altrimenti la sproporzione tra l’intervento pubblico concesso alla Germania tra il 2008 e il 2015 per salvare il proprio sistema bancario, farcito di derivati (come Deutsche Bank dimostra perfettamente), e l’importo consentito all’Italia: 1.753.000 milioni di euro contro 19.992 milioni.
Un modo di fare discriminatorio che oltre ad aver messo in ginocchio il sistema bancario italiano ed una buona fetta dei risparmiatori, ha inciso pesantemente anche sulla vicinanza delle banche al territorio e sul numero di dipendenti, tagliati clamorosamente.
Non solo, la crisi indotta dalle folli regole europee al settore bancario italiano, ha comportato una forte stretta sul credito (credit crunch), che ha colpito violentemente famiglie e piccole imprese, il cuore produttivo del Paese.
Mentre l’Italia rischia di far saltare il 12esimo istituto bancario, la Popolare di Bari. Nel frattempo che essa aderisce alla folle idea della riforma del MES, fondamentalmente un sistema di strozzinaggio autorizzato che l’Italia stessa non potrebbe usare, a condizione di ristrutturare il proprio debito, versando nel frattempo miliardi per salvare i marci sistemi bancari altrui. Un “fondo taglia-Stati”, come l’ha chiamato Guido Salerno Aletta su Milano Finanza.
Senza che nessuno, a Bankitalia come all’ABI, abbia mai avuto un minimo sussulto d’orgoglio rassegnando le doverose dimissioni. Senza che nessun partito politico si opponesse mai sul serio a questa UE matrigna che tratta l’Italia come le tre sorellastre trattavano la povera Cenerentola.
Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni
[Grafici dell’articolo elaborati dal Centro Studi Win The Bank e tratti dalla conferenza di Valerio Malvezzi – sostenitore e propugnatore dell’Economia Umanistica – tenuta a Siena nel febbraio del 2018 (ripresa da Byoblu ed intitolata “Come rubano ai poveri per dare ai ricchi”). Per un’analisi approfondita del pensiero dell’economista di cui poc’anzi, si rimanda a “Le idee di Valerio Malvezzi contro l’ultraliberismo“, di Oltre la Linea (Parte 1, Parte 2 e Parte 3).]Leggi anche:
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