La Commissione Europea ha dato il via libera alla Germania per il salvataggio della banca di Hannover – la Norddeutsche Landesbank – con 3,6 miliardi di fondi pubblici.
Autore: Gilberto Trombetta
Come aveva fatto con le banche italiane d’altronde. Ah no, scusate. A noi lo aveva impedito. Salvo poi chiedere scusa. Dopo averle lasciate fallire ovviamente. Ma non è una novità. Già tra il 2008 e il 2014 alla Germania fu consentito di spendere 238 miliardi di euro per salvare il sistema bancario. Nello stesso periodo la spesa dell’Italia fu di 4 miliardi di euro. La Germania è stato il Paese europeo ad aver speso la cifra più alta.
Per l’ILVA, ovviamente è la stessa cosa. A noi farebbero problemi. Farebbero perché non abbiamo neanche una classe politica degna di questo nome. Altrimenti l’ILVA sarebbe già nazionalizzata in barba alle insensate lamentele unioniste.
D’altronde se da quando siamo nella UE, dal lontano 1992,
le regole sono sempre state eluse o interpretate per gli amici (Germania in primis) e rigidamente applicate per gli altri, è anche colpa di una classe politica non all’altezza. Che poi è lo stesso motivo per cui, dentro la UE, ci siamo ancora. Quando potremmo stare fuori e iniziare finalmente la ricostruzione del Paese: ferrovie e autostrade, nuove scuole, nuove linee metropolitane, nuovi ospedali, nuove industrie di Stato, milioni di assunzioni nel pubblico, salari più alti, messa in sicurezza del territorio, sia sul fronte idrogeologico che sismico, riconversione ecologica.
Avremmo tutto quello che ci serve. Ci manca la classe politica e imprenditoriale disposta a lottare per la riconquista della sovranità, che è il solo mezzo per realizzare la ricostruzione del Paese. Il solo mezzo attraverso cui tornare ad applicare la Costituzione del ’48.
Revisione ed impostazione grafica: Lorenzo Franzoni
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