TORINO – La vicenda delle firme false si è chiusa con una condanna definitiva promanata dalla Suprema corte nei confronti di Michele Giovine, consigliere piemontese che ha presentato la sua lista con le irregolarità riscontrate. La notizia di oggi è che, insieme alla Regione che è ricorsa al Consiglio di Stato (organo di Appello amministrativo), ha ivi depositato pure un ricorso il consigliere in questione, terzo ricorso sulla vicenda con anche quello presentato dal presidente Cota. Giovine, dei “Pensionati per Cota” è ora sospeso a seguito della condanna definitiva, ma è ancora deciso a dare battaglia sulla questione più allargata, e cioè che non inerisce solo la sua persona.
Dopo la recente decisione del Tar del Piemonte, che ha annullato l’esito delle elezioni del 2010, Giovine ripropone la richiesta, già avanzata dalla Regione ai giudici amministrativi, di sospendere immediatamente gli effetti della sentenza. Il ricorso si aggiunge senza contraddizioni a quello già presentato dalla Regione Piemonte.
Nella giornata di domani i consiglieri piemontesi si esprimeranno sulla decadenza del collega, il ricorso di fuoco è uno di quelli che accusano per difendersi: anche nelle liste dei Pensionati (sponda Bresso) sono state riscontrate delle irregolarità: si tratterebbe di vizi di nullità che, se accertati, non avrebbero nemmeno permesso a Bresso di proporre il ricorso, questo almeno stando alle argomentazioni dei legali dei “Pensionati per Cota”.
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