Se i lettori dei giornali avessero la possibilità di riempire la voce “errori ed omissioni” al fondo degli articoli, questa settimana sarebbero state migliaia le richieste di chiarimento circa il decreto chiamato “Imu-Bankitalia“.
Nessuna testata giornalistica di portata nazionale, fatta eccezione per il FattoQuotidiano, spiega in maniera efficace quelli che sono gli effetti del decreto passato in Parlamento solo grazie alla cosiddetta “ghigliottina” operata da Laura Boldrini. Il decreto sarebbe infatti decaduto al termine della fine della giornata, per la strenua e “vivace” opposizione del Movimento Cinque Stelle (che per lo meno sta rendendo divertente un’Aula che fino a qualche mese fa era triste e grigia), se non fosse stato per l’intervento in extremis del Presidente della Camera che si è avvalsa di un abile e misterioso stratagemma politico. Così passa questo enigmatico decreto che inspiegabilmente accorpa due materie, l’Imu e l’aumento di capitale di Bankitalia, piuttosto estranee tra loro. Mentre sull’abolizione della seconda rata dell’Imu c’è poco da dire, sulla “riforma” di Bankitalia ci sarebbe da scrivere un libro intero, sia per l’incomprensibile gergo utilizzato dai media per descriverlo, sia per le conseguenze poco confortanti per gli italiani.
Innanzitutto Bankitalia non è stata privatizzata con questo decreto (alcuni giornali hanno scritto questo), ma è già un soggetto privato dal lontano 1992, pur mantenendo la denominazione di “Banca d’Italia” forse per ingannare proprio noi cittadini. Il decreto invece riguarda l’aumento di capitale della Banca, che sarà fatto, “ovviamente“, ravanando tra le riserve statuarie, quelle dei nostri soldi per intenderci, arrivando fino a 7,5 miliardi di euro.
Ma perché questa follia? Ed è qua che entra in scena la solita Bruxelles, ormai protagonista assoluta dei nostri drammi, che dal 2014 imporrà nuove regole e nuovi controlli sul sistema bancario, andando a penalizzare proprio chi non ha capitale! Se tutto questo corrisponde al vero ecco che si spiega l’utilizzo della ghigliottina da parte della Boldrini ed ecco che si spiega anche la bagarre in aula tra chi crede ancora nella difesa dello Stato e dei suoi cittadini e chi invece lascia entrambi al “peggior offerente”.
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