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Uccise il rapinatore: ora si costituisce in carcere, ma è lui la vittima

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BERGAMO – Nella giornata di ieri l’altro Antonio Monella si è costituito presentandosi alle porte del carcere di Bergamo.
Monella, imprenditore di Arzago, in provincia di Bergamo, vede pendere sul suo capo una condanna in via definitiva a sei anni e due mesi di reclusione per avere sparato nel 2006 ad un rapinatore albanese intento a rapinare la sua automobile entro i confini della sua proprietà.

Nel cortile di casa Monella un membro di detta famiglia si è difeso da una rapina e per questo ha esploso un colpo uccidendo l’extracomunitario colto sul fatto. Monella ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica, il quale ancora non ha trovato il tempo per esprimersi sulla domanda, elargendo la sua alta risposta. Già dal 25 febbraio l’imprenditore ha visto posticipare il momento della sua reclusione grazie ad un differimento semestrale scaduto ieri. In carcere si è recato

Antonio Monella si è costituito: ora è detenuto nel carcere di Bergamo. L’uomo, unimprenditore edile di Arzago (Bergamo), è stato condannato in via definitiva a sei anni e due mesi di reclusione per aver sparato ed ucciso, nel 2006, un uomo albanese che stava tentando di rubargli il suv parcheggiato nel cortile di casa.

Lo scorso marzo Monella ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non si è ancora pronunciato. Dal 25 febbraio (giorno della sentenza definitiva) ad oggi l’imprenditore ha usufruito di un differimento di sei mesi della pena detentiva. Questi sei mesi sono però scaduti e, puntuale, Monella si è costituito, accompagnato dal figlio Alberto e dal suo legale.

Chi scrive non nutre alcun rispetto nei confronti di un sistema giudiziario che non riesce a trovare le attenuanti necessarie per lasciare fuori dalle mura del carcere un italiano che, preso dalla difesa della sua proprietà, ha sparato ad un rapinatore che, per quanto ne sapeva, poteva essere altresì armato e sicuramente, considerato le azioni che stava inverando, pericoloso. Incredibile soprattutto paragonato alla facilità con cui si elargiscono condizionali, domiciliari ed attenuanti ai peggiori spacciatori, ai peggiori criminali che irridono dal sud del Sahara il nostro sistema penale ed il nostro ordinamento penitenziario in particolare.

Per chi scrive in galera ci va un innocente, mentre, e non interessa qui d’essere scambiati per apologeti (ben volentieri lo facciamo per dire senza filtri quello che pensiamo), ma la reclusione dovrebbe essere riservata a certe toghe dalle insuperabilmente neglette menti. 

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Redazione Elzeviro.eu

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