Alla ricerca dei valori perduti

Il popolo Italiano ha radici moderate. Il centro-destra aveva ottenuto (nel 2008) la maggioranza dei consensi sulla base di un programma che non prevedeva l’eutanasia, che non vuol dire far morire di fame e sete coloro che si ostinano a vivere malgrado lo stato vegetativo persistente in cui si trovano, che non prevede il voto agli immigrati per far rispettare il sacrosanto principio che la nostra terra non è una terra di conquista in balia di usi e costumi che non ci appartengono.

Il popolo Italiano ha nel DNA il valore della famiglia (come cellula fondamentale dello Stato) e ritiene il matrimonio l’unione di due persone di sesso diverso, preferisce la procreazione naturale a quella “assistita” (che fa partorire donne con l’età delle nonne), è a favore della meritocrazia e contro l’appiattimento generalizzato e dell’autorevolezza contro il lassismo.

Ama l’onestà e la coerenza, soprattutto auspica che venga salvaguardato, sempre e comunque, l’interesse nazionale di fronte alle ingerenze di un’Europa sempre più invasiva. L’Italia agli Italiani, insomma. Invece dall’alto si rema contro, a livello subliminale si inculca nei giovani una “forma mentis” distorta, una trsgressione fine a se stessa che procura danni enormi ogni giorno.

Anche la cinematografia favorisce il degrado e porta la gioventù allo sbando: la palma d’oro al festival di Cannes (26/5/13) è andata la film ” La vie d’Adel”, che narra l’amore non platonico di due ragazzine adolecenti. Ormai si tocca con mano dappertutto l’intenzione di elogiare ciò che è contronatura. E questo è male.

L’abbattimento delle regole, della sicurezza, dell’onestà, della sacralità della vita eccetera, giova solo a coloro che hanno come unico scopo il sovvertimento dell’ordine naturale delle cose per crearne un altro. Permettere e tollerare questo capovolgimento non è progresso, ma un crimine non contemplato dal codice penale.

Giuseppe Franchi - Mov. Noi automobilisti (Naa)