A quanto pare il pericolo sarebbe ormai scongiurato, con una prognosi breve per la under 23, atleta di punta del lancio del disco.
Quelle sul razzismo e sulla integrazione dei “nuovi italiani”, sono le faide che risvegliano attualmente l’attenzione degli avidi lettori di news.
La ragazza stessa, assoldata dal (si immagina) o attiva partecipante del (si dubita, visto che si allena in un altro continente) Partito democratico, a cui risulta iscritta nella frangia giovanile, ha invocato la matrice razzista. I dementi che l’hanno colpita, però, avrebbero tirato un uovo contro un gruppo di persone, colpendola più o meno fatalmente. Era lei l’obbiettivo? La domanda, per ora, non ha una risposta.
con ampio seguito social, come Saverio Tommasi, hanno additato anche di questo fatto come responsabile il ministro dell’Interno Matteo Salvini, coronando con un insulto dialettale rivolto al vicepremier il loro arguto ragionamento.
Altri giornalisti più posati hanno evidenziato, senza correlarlo alla matrice governativa di ispirazione sovranista, l’aumento di episodi razzisti in Italia. Quale che sia l’ispirazione dell’aumento innegabile di episodi di origine ignorante, più che razzista, un fatto è stato completamente obliato, perfino dalla stessa ragazza.
E cioè che una valente atleta italiana rischia (ha rischiato, speriamo) di non partecipare a una competizione internazionale nella quale ha tutte le carte in regola per emergere.
è quella che evidenzia come i bulli che hanno lanciato un uovo sulla comitiva di amici della giovane Daisy, colpendola in volto, siano stati mossi da intenti di cretinismo sì, ma non di razzismo.
La prima e l’ultima sono due illazioni. Ecco perché, in mancanza di prove certe sul razzismo dell’episodio ci si dovrebbe affidare ad un’analisi che tenga conto della più importante delle conseguenze che il gesto tanto riprovevole provoca, ossia il suddetto rischio, per l’Italia, di privarsi per un atto delinquente, di una atleta che veste i colori della nazione.
Lo sport,
quello pulito e senza esorbitanti giri di denaro, è l’unico collante che possa affossare l’ignoranza dell’uomo della strada. Scaricare la colpa all’odio esacerbato o addirittura prodotto dalle condotte legalitarie dell’esecutivo giallo-verde è un’ipotesi raffazzonata e di parte, senza alcuna evidenza empirica a supporto. E ci spingiamo a dire di più: la stessa ipotesi di razzismo, data per scontata dai più, e perfino -comprensibilmente- dalla vittima, è essa stessa dubitabile.
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