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La nauseante anglofonia utilizzata dalla società Juventus

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Thank God it’s monday“, così recitano i cartelloni pubblicitari con i quali la società di calcio Juventus ha tappezzato la città di Torino in vista della partita di stasera contro il Sassuolo. I vertici bianconeri hanno così decisi di avvalersi della lingua inglese per sponsorizzare l’evento sportivo ai propri tifosi.

Perché questa scelta? Perché questa reiterata volontà di omologare il linguaggio pubblicitario ai canoni dei beceri “spot” d’oltralpe? La Juventus, società latina nel nome, scelse fin dalle origine l’inspiegabile denominazione di Fooball Club (come purtroppo fecero molte squadre italiane) invece di Società Sportiva, Associazione Sportiva o cosa per essa. Giusto nella parentesi fascista alla Juventus fu imposta la denominazione italianissima di “Juventus Cisitalia“, secondo la strategia, risultata temporaneamente vincente, di salvaguardare il patrimonio linguistico nostrano contro lo stupro perpetrato dall’inglese.

Eppure non appena terminò l’esperienza del fascio littorio l’avvocato Agnelli si adoperò in fretta e furia per cambiare di nuovo denominazione al suo gioiellino e ritornare all’inglese Football Club. L’inglese è ahinoi lingua coloniale e imperialista, proprio come il popolo che essa rappresenta nel mondo. Con la scusa del “tanto è facile” e del “tanto prima o poi bisogna impararlo” essa si è imposta nel linguaggio parlato di buona parte del mondo occidentale distruggendo così quella che è la massima espressione di libertà di un popolo, ovvero il linguaggio.

Thank God it’s monday” è un’espressione tipicamente inglese nei modi e nel contenuto, sembra quasi che la parola “God” sia sostituibile con “Queen“, trasformandosi così in quell’elogio dai tratti religiosi che gli anglosassoni fanno quotidianamente alla propria sovrana. Oltretutto il messaggio, non tradotto, probabilmente non verrà compreso da parte della tifoseria juventina, non tutti in possesso delle conoscenze linguistiche per la traduzione. Ma questo non è peccato d’ignoranza, semmai è peccato di tracotanza da parte della dirigenza juventina che in questo decadimento sportivo fatto di calcio spezzatino (si gioca di lunedì e non di domenica) svendita alle multinazionali dell’informazione e degli sponsor, ci butta anche lo stupro della lingua italiana.

La Juventus, che nel latino affonda le sue radici, da queste dovrebbe ripartire per ridare lustro alla nazione anche in queste “piccole” cose.

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Redazione Elzeviro.eu

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