La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo ed in poche ore ha raggiunto gli animi più sensibili, anche di chi animalista non lo è mai stato.
Domenica mattina, sotto gli occhi “incuriositi” di grandi e piccini, un addetto dello zoo di Copenhagen, ha ucciso con un colpo di pistola alla testa Marius, esemplare di giraffa di appena 18 mesi.
La sua colpa? Quella di essere nato da un rapporto endogamico (cioè fra consenguinei).
Ciò avrebbe rappresentato un problema in futuro quando Marius, raggiunta la maturità sessuale, si fosse accoppiato con un altro esemplare della sua specie “sporcando” in tal modo la linea di sangue.
Diversi zoo si erano offerti di ospitare la giraffa; alcuni medici veterinari avevano proporsto di castrare l’animale.
A nulla sono servite le molte proteste delle associazioni animaliste e le numerose firme raccolte per salvare Marius.
Con freddezza e cinismo, ha avuto luogo un’esecuzione che sa tanto di Medioevo quando la folla si accalcava per assistere alle pubbliche impiccagioni.
Quello che lascia perplessi e addolorati, oltre a tanta crudeltà esercitata su un animale indifeso e senza colpa, è che molti genitori abbiano pensato bene di portare i propri bambini ad assistere ad uno “spettacolo” macabro e raccapriciante.
Tale episodio fa riflettere, ancora una volta, sul ruolo degli zoo dove gli animali vivono in habitat non appropriati, in condizioni che non appartengono alle specie, dove esemplari pregiati e rari vengono tenuti in cattività.