Sempre sono stato persuaso che gli zombie e i film con gli zombie fossero una stronzata. Sempre valutati alla stregua di una mania che rende il gotico trash, un’americanizzazione degradante della bellezza del pathos di Poe, di Conan Doyle, dell’umidità dei cimiteri prenapoleonoci infracittadini. E britannici anche postnapoleonici.
Purtuttavia la grande fetta di cinefili affezionati al recentemente scomparso Romero, regista dell’horror-zombie per eccellenza, nasconde forse un’ignoranza di valutazione di chi scrive.
Le ondate di stima ed affetto nei confronti del suddetto siano da monito per riprendere invece il mano il genere, alla ricerca di quella scintilla che, mi sorprendo, così tanti hanno scorso nel buio.
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