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Creed, l’inizio di un nuovo campione e la fine del mito di Rocky

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Dieci anni dopo l’ultimo capitolo di Rocky, Ryan Coogler fa rinascere Apollo Creed.

 

Titolo: Creed – Nato per combattere

Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Anno: 2015

Durata: 135 minuti

Genere: drammatico, sportivo

Regia: Ryan Coogler

Sceneggiatura: Ryan Coogler, Aaron Covington

Produzione: Metro Goldwyn Mayer

Distribuzione: Warner Bros.

 

Guardando il trailer sembrava si preannunciasse una pellicola stereotipata, improntata unicamente sulla boxe e sul combattimento, invece la settima apparizione di Sylvester Stallone nei panni di Rocky Balboa rievoca quel filone drammatico che la saga di Rocky aveva trasmesso nei suoi primi due-tre capitoli trent’anni fa or sono. Il protagonista stavolta è Adonis Johnson (Michael B. Jordan), un pugile dilettante di colore che dopo un’infanzia difficile scopre di essere figlio illegittimo niente di meno che del grande Apollo Creed, storico avversario e allo stesso tempo miglior amico di Rocky, e cerca di convincere quest’ultimo ad allenarlo.

 

Benché Stallone non vesta più il ruolo da protagonista, la sceneggiatura contiene tanti piccoli elementi legati alla saga precedente che di fatto finiscono per rievocare senso di nostalgia tra i fan di Rocky senza però cadere nel banale e nello scontato. Il filone drammatico che conduce la pellicola non fa perdere valore ad essa, anzi restituisce attenzione ad una saga, quella di Rocky, che negli ultimi capitoli aveva perso parecchio di spessore. Le performance di Jordan e Stallone si dimostrano perfettamente all’altezza, senza tratti stereotipati né grotteschi, tanto da valere per Stallone una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, anche se sarà difficile.

 

A pensarci bene, meditando sullo spessore drammatico della pellicola, non è azzardato pensare che dieci anni fa Stallone avrebbe potuto tranquillamente evitare, con l’uscita di “Rocky Balboa” come ultimo capitolo della saga,  la farsa grottesca e surreale dell’ex pugile che, votato alla senilità, si trascina sul ring contro il campione mondiale della massima categoria e riesce addirittura a reggere per tutti 15 round perdendo soltanto ai punti. Non vi è dubbio che Stallone debba tutta la sua fortuna al personaggio cinematografico di Rocky Balboa, tuttavia a 40 anni di distanza dal primo capitolo della saga si può tranquillamente rievocare e riproporre il personaggio in ruoli differenti da quello del “protagonista-eroe-campione”, come nel caso della pellicola di Coogler.

 

@ArioCorapi

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Redazione Elzeviro.eu

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