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La riforma di Papa Francesco: sparirà lo Ior?

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Tra i gesti che hanno fatto infervorare i media, come il lavaggio dei piedi ai carcerati e la discesa dalla papamobile per benedire un disabile, non è stato dato il giusto risalto al discorso effettuato oggi da Papa Francesco durante la Messa presso la Cappella della Domus Santa Marta.

Il Papa arrivato dalla fine del mondo ha colto l’occasione di parlare dello Ior data la presenza di alcuni dipendenti dello stesso: “La Chiesa non è una Ong (Organizzazione non governativa), è una storia d’amore e dunque lo Ior come altri organismi vaticani sono necessari come aiuto a questa storia d’amore. Ma quando l’organizzazione prende il primo posto, l’amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una Ong, diventa un po’ burocratica, perde la sua principale sostanza.”

Parole che aprono allo scenario di una riforma ben più grande della Chiesa di quanto potessimo immaginarci, a partire probabilmente dall’Istituto di credito privato fondato da Pio XII, passato attraverso troppi oscuri ed irrisolti scandali finanziari e non, che portarono tra gli altri nel 1987 all’emissione di un mandato di cattura da parte del Tribunale di Milano contro Paul Marcinkus (Presidente dello Ior dal ’71 all’89).

Nella Chiesa delle origini forse non c’è più posto per un Istituto che mai si è adeguato alle norme antiriciclaggio vigenti in Europa e che ha creato anche nella comunità dei fedeli un senso di dissenso-disprezzo. Chissà che nell’agenda del Papa non sia stata già programmata una vendita dello Ior a qualche Istituto di credito internazionale, liberandosi così di un fardello non indifferente, e andando a servirsi finalmente dell’unica vera banca ufficiale del vaticano, ovvero la sezione speciale dell’Apsa, tra l’altro mai coinvolta in nessun tipo di scandalo.

Inquieta un po’ la grande somiglianza tra l’inizio del pontificato dell’attuale Papa e quello di Giovanni Paolo I, entrambi dediti alla semplicità e all’humilitas, ma in particolare entrambi portatori di vaste riforme per la Chiesa di Roma. Giovanni Paolo I aveva infatti intrapreso una via di cambiamento per lo Ior, sogno stroncato dalla prematura morte per infarto (un pontificato che durò soli 33 giorni).

Il giornalista investigativo David Yallop diede una sua interpretazione alla morte di Giovanni Paolo I, connettendola alla volontà di riforma dello Ior; a questo punto ci auguriamo che le teorie del giornalista britannico siano, se non frutto di pura fantasia. perlomeno errate.

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Redazione Elzeviro.eu

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