Il suo ruolo non può essere messo in discussione e il suo caso di Senatrice a vita è uno dei pochi su cui vi sono ben pochi dubbi circa il merito. Ella ha infatti ‘illuminato la patria’, come recita la Costituzione, spendendosi in prima persona nella divulgazione di ciò che è stato l’eccidio nazista per il tramite dell’olocausto, complice anche certa Italia e le connivenze tremende di alcuni strati della popolazione.
Anche quando Segre esprime qualcosa di contrario al nostro comune sentire, contrario alle opinioni personali, merita rispetto. Dalla sua viva voce, infatti abbiamo avuto ed abbiamo la autorevole testimonianza della propagazione del male nel nostro continente. E poco importa dove il nocciolo abbia attecchito (in Austria, dove Hitler nasce), ma molto importa come si sia propagato.
C’è però da aggiungere una postilla mossa da onestà intellettuale. Spesso il personaggio – con il suo bagaglio storico – è, suo più o meno conscio malgrado, adoperato con fini strumentali. Così ad esempio l’idea balzana di candidarla al Quirinale. Segre manca dei requisiti politici ed istituzionali per il ruolo di più alta carica dello Stato. Chi candida la senatrice a Presidente della Repubblica (magari presidenta), lo fa per tornaconto personale, per avere un briciolo di pubblicità. Mi riferisco al segretario del Partito Democratico Zingaretti, ma anche all’endorsement di Giorgia Meloni.
La conseguenza è meramente quella di scatenare reazioni eccessive e financo fuori dalla comune decenza e dalla tollerabilità. Reazioni mosse però, in principio, da una precipua ingiustizia e da una mera strumentalizzazione del politicante di turno. E si piega un’esperienza come l’olocausto, con la vita di insegnamento di Segre, a battute e spot elettorali. Vade retro.
Vice
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