Politica interna

Perché solo Berlusconi può fare uscire l’Italia dall’impasse (e non lo fa)

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Ancora protagonista

La tremenda impasse politica che attanaglia l’Italia ha come protagonista, ancora, Silvio Berlusconi. Egli ne è, invero, complice e filisteo.

E’ infatti l’incaponirsi del leader di Forza Italia che ha fatto sì, con il gran rifiuto dei 5 Stelle, che non sia ancora stato nominato un Governo, a due mesi dalle elezioni.  Il rifiuto di qualsivoglia alleanza tra il leader del partito personalistico e zombeiano di Forza Italia è, comunque, completamente ricambiata dai 5 stelle.

Al solito, le consultazioni entro le mura dei Palazzi nulla sono se a tessere le trame è qualcuno che sta fuori. Uno che non può essere eletto, come il decaduto senatore Berlusconi.

L’ipotesi dell’appoggio esterno

Neppure un appoggio esterno ad un eventuale governo Lega-5 Stelle pare fare breccia nell’ancor fulgida mente del già Cavaliere. Berlusconi dimostrerebbe, appoggiando una simile soluzione, una responsabilità politica di tutto rispetto.

Una tale soluzione, infatti, escluderebbe il poco votato Pd dalle manovre di governo, conferendo un’importante possibilità alle forze più votate del paese (Lega e 5 Stelle) di formare un Esecutivo. Si tratterebbe – finalmente- di un esecutivo prettamente politico e nazionale. Soltanto ciò potrebbe dare una definitiva spinta verso il superamento dell’attuale stallo istituzionale.

Poltronismo

Eppure la ritrosia di Forza Italia (leggi, di Silvio Berlusconi) nei confronti di una forza politica che è nata dalle critiche nei suoi confronti, paralizza la scena politica in modo estenuante. Anche se oggi lo scontro politico dei 5 Stelle pare indirizzato vieppiù contro il Pd, SB non dimentica.

Quella di Berlusconi di non voler formare un Esecutivo coi 5 stelle pare invero una scelta coerente con la storia politica dell’ultima decade.  Negare l’appoggio esterno, tuttavia, appare un atto di egoismo, che non consente nessuna novità positiva per la politica italiana.

Questo comportamento è forse dettato dalla speranza, totalmente effimera, di formare un governo squisitamente di centrodestra, che andrebbe sotto alla prima discussione politica non unanime.

La responsabilità politica del Cavaliere

L’ottuagenario imprenditore si comporta in modo totalmente irresponsabile, anche se il suo escludere i grillini viene proprio da lui stesso indicato come un gesto di responsabilità dovuto. Il concetto di “responsabilità politica“, per S.B., negli ultimi 7 anni, si può riassumere con le azioni da lui intraprese:

nel 2011

fu tanto responsabile da concedere la formazione (salvo poi per comodità appoggiare definizioni come “il Golpe Napolitano”) e votare la fiducia al governo lacrime e sangue di Mario Monti.

Due anni dopo, nel 2013,

fu sempre per responsabilità che si mise a dialogare e poi ad appoggiare (Patto del Nazareno) governicchi di centrosinistra che condussero al confuso ribaltamento di fronte promanato dalle elezioni del 4 marzo 2018.

Oggi

la responsabilità di Berlusconi sarebbe quella di concedere la formazione di un governo che, semplicemente, è stato indicato dagli elettori. Da cui, peraltro, sarebbe giusto che stesse fuori, cioè senza poltrone, considerato il suo 14% di preferenze.

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Redazione Elzeviro.eu

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