Ho letto sul Corriere della Sera un pezzo di Paolo Mieli che considero davvero illuminante.
L’Europa semplicemente non può farlo
A parte le battute, considero questo articolo illuminante perchè chiarisce il livello della nostra classe dirigente in una sua parte fondamentale: la classe intellettuale. Classe di cui Paolo Mieli fa senza dubbio parte.
Una classe che ha svenduto completamente il suo intelletto e la sua (presunta) cultura al padrone di turno. Una classe intellettuale che è in realtà una classe di cantori (e suonatori di mandolino) del potere. In questi quaranta anni si è gettata anima e corpo per dare sostanza intellettuale al progetto del potere. Ovvero al progetto europeo. E ora constatato il fallimento (parziale o totale lo vedremo) del medesimo anziché fermarsi a riflettere sugli errori si produce in fughe in avanti senza senso come è appunto il progetto di Esercito comune. Fughe in avanti che – la storia insegna – molto spesso (soprattutto quando hanno a che fare con le armi) si traducono in una fuga verso l’abisso.
E il caso di Mieli, vedete, è davvero emblematico.
Si tratta di uno storico, e dunque conosce bene i fantasmi che perseguitano lo spirito tedesco. Armare la Germania (paese egenomone dell’EU) con il contributo di tutti, senza una Costituzione è una follia che solo una classe politica e intellettuale disperata può accettare. Sa bene Mieli che il nazismo non è stato un accidenti della Storia ma il frutto di una stratificazione
Con una classe intellettuale come questa non abbiamo speranze. E’ la nostra urgenza principale, penso ben più pressante di avere una classe politica all’altezza.
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