Politica interna

Il sospetto interventismo dei censori di Facebook

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Facebook si è risvegliato censore nottetempo: sono state chiuse 23 pagine propagatrici di fake news.

Il fatto che la segnalazione di massa sia avvenuta da parte della organizzazione Avaaz, sponsorizzata economicamente da Soros, spesso oggetto, più o meno giustificato, delle mire di molte delle pagine in questione è già, di per sé, sospetto.

Il fatto che invece Facebook abbia provveduto a chiarire a tutti che la piattaforma si adopera in difesa delle elezioni Europee fa capire come il social più celebre di tutti sia ormai politicamente schierato. Le bufale, soprattutto a ridosso delle elezioni, sono qualcosa di vecchio come il mondo, tirate fuori dal cappello per screditare l’avversario. Qui però Facebook dovrebbe essere solo uno strumento veicolare, così come lo erano prima il passaparola, le lettere, i messaggi. E come ancora è Whatsapp (stesso proprietario), insieme a Instagram (stesso proprietario), ma anche Twitter, Telegram e compagnia danzante.

Ben conosciamo la fatica che c’è dietro una crescita sana di una pagina Facebook,

e certamente veicolare fake news aumenta l’indignazione, il click istantaneo e il numero di followers s’incrementa esponenzialmente sull’onda dell’incazzatura. Questo però non accade soltanto dalla parte nazionalista che il social network si impegna ormai solertemente – e non solo in Italia – a punire. Vi ricordate il caso Mama Africa? (clicca qui).

Sul giornalino Open di Mentana, intanto, esultano i debunker, che – nella loro fulgida attività di disvelamento dell’ovvio – fanno gaffes e svelano che Vox news è un sito di bufalari – ma va? Noi l’abbiamo denunciato cinque anni fa – leggi qui.

Riallacciandoci al discorso che riguarda l’impegno diretto di Facebook nelle competizioni europee, non si può non riportare come Avaaz, la stessa Ong che ha appena fatto chiudere 23 pagine per un totale di 2,3 milioni di followers in Italia aveva un mese fa fatto chiudere 17 pagine e 1,4 milioni di followers sono stati volatilizzati in Spagna.

Un’azione partigiana, schierata, e proprio a ridosso delle elezioni. Non aggiungiamo alcun ulteriore commento, perché i dati bastano a chi voglia farsi un’idea della piega che sta prendendo la direzione del social network, con punizioni indirizzate ad una parte, mentre si ignorano bellamente enormi fake news come quelle propagandate da Corriere e Repubblica. L’ultima di Fubini sui bimbi greci morti, poi, è la punta dell’iceberg di un’informazione non solo malata, ma in fase terminale in Italia. Non serve che Facebook ci si metta di mezzo.

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Redazione Elzeviro.eu

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