Politica interna

Il manifesto di Potere al Popolo: progressismo senza confini, né età

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Il partito guidato da Viola Carofalo pubblica un manifesto di dubbio gusto (già eliminato), nel quale si inneggia ad un amore senza restrizioni sessuali, razziali, confessionali… o anagrafiche.

 

La truffa del progressismo risiede nell’equiparazione della sua radice etimologica (il progresso) con l’evoluzione, intesa come miglioramento delle condizioni di vita dei singoli: un ragionamento tanto semplicistico quanto fraudolento, che non tiene conto del relativismo che gravita attorno all’accezione di progresso.

Il progressismo attuale infatti, non è altro se non la declinazione culturale e giuridica del liberismo economico. In ambedue i casi si tratta di un prodotto delle ambizioni della medio-alta borghesia, la quale mira ad un miglioramento delle proprie condizioni attraverso la sublimazione dell’individualismo in tutte le sue forme. L’obiettivo finale è la creazione di uno stato assente, che non intervenga per tutelare piccoli imprenditori o categorie professionali in difficoltà, unita alla proliferazione di un modello sociale fondato su soggetti soli e sradicati dall’ultimo nucleo comunitario rimasto: la famiglia. Un modello che renderà l’individuo privo di tutte quelle distrazioni (ideali, rivendicazioni sindacali o affetti personali) che ne frenano la trasformazione in un esclusivo consumatore.

Il manifesto di pap, nel quale spicca un audace “not age”

Non porre freni al millantato progresso in campo economico produce disuguaglianze, concorrenza sleale e sfruttamento, come insegnano i casi di Uber, di Foodora, dei pastori sardi o di tante altre imprese che hanno licenziato in massa (impunemente) pur di godere dei benefici della delocalizzazione. Non porre freni al millantato progresso nel campo dei diritti civili d’altra parte, significa spalancare le porte verso un abisso di cui non si conosce il fondo: oggi è “not age”, domani chissà.

Dallo sdoganamento della pedofilia – anche se non voluto – a quello della zoofilia, o di altre pratiche ancor più abiette, il passo è molto meno breve di quanto si possa pensare.

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Filippo Klement

Classe 1990, ha studiato giurisprudenza, a latere un vasto interesse per la storia contemporanea e la politica.

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