L’ha detto Valdis Dombrovskis, Commissario europeo per la stabilità finanziaria, già noto per la sua intransigenza nei confronti dei conti italiani. Conti italiani che, occorre ricordare, contribuiscono in maniera lauta e generosa alle casse della Lettonia, Paese che ha dato i natali al falco Dombrovskis. L’Italia è infatti un contributore netto verso l’Unione europea, mentre la Lettonia di Dombrovskis riceve ben di più rispetto a quello che elargisce.
Bene, dopo aver passato gli ultimi due anni a minacciare l’esecutivo italiano impugnando la temibile procedura d’infrazione, a causa di qualche decimale sul deficit previsto (tutto sempre nel rispetto dei parametri di Maastricht), ora Dombrovskis si traveste da generoso benefattore.
Saremo flessibili con l’Italia per l’emergenza Coronavirus
ha detto il falco.
già noto per le sue posizioni ultra europeiste e filo rigoriste. Anche lui ha detto che ora l’Italia ha tutto il diritto di avere flessibilità sul deficit. Tutti improvvisamente bravi e generosi?
Alle parole di Dombrovskis e Friedman bisognerebbe invece rispondere con un unico coro da far risuonare dalle Alpi fino all’Etna: e grazie al cazzo!
Dopo che per seguire le regole europee, esaltate ad ogni pià sospinto da Dombrovskis e Friedman, l’Italia ha dovuto compiere dei tagli dissennati alla spesa sanitaria (spiegati egregiamente in quest’articolo di Gilberto Trombetta). Dopo che l’adesione all’austerità ha costretto il nostro Paese a ridurre il numero di ospedali, macchinari sanitari, medici e infermieri.
per ridurre il debito pubblico che non faceva dormire Dombrovskis e Friedman, hanno portato al taglio indiscriminato di investimenti nell’istruzione e quindi di riflesso nelle facoltà di medicina, infermieristica, ma anche biologia, chimica, genetica eccetera.
Dopo che insomma le politiche economiche sostenute dal falco lettone e dal giornalista americano hanno messo in ginocchio il nostro Sistema Sanitario Nazionale, ora ci dicono che possiamo fare deficit.
E noi rispondiamo grazie al cazzo, signori. Ci fate l’elemosina per comprare qualche posto letto in più che arriverà quando l’emergenza virus sarà terminata e che ci richiederete indietro con gli interessi nella prossima manovra finanziaria. Quando appunto ci rinfaccerete che l’Unione europea è stata buona e generosa con noi nel momento del bisogno.
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