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B. fa i conti senza Monti…anzi senza Saccomanni

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Da quando all’alba dei primi anni ’90 Prodi, Ciampi e compagnia bella hanno accettato i vincoli economici insostenibili imposti dal Trattato di Maastricht, il nostro esecutivo ha dovuto dare sempre la priorità dell’azione al cosiddetto aggiustamento dei conti.

Questa paura collettiva nei confronti di un bilancio in rosso, che gli alti vertici dell’Ue hanno indiscriminatamente diffuso per tutta l’Europa, non ci ha ancora lasciato in pace.

Come già detto e ripetuto in precedenti scritti non importa se il tasso di disoccupazione può superare il 10%, non importa se ora l’Italia si trova in emergenza piena per la mancanza di fondi della cassa integrazione, ciò che preme di più ai gentiluomini di Bruxelles è vedere quel pallino verde alla voce bilancio, a prescindere che questo comporti sacrifici disumani alla popolazione.

Governo nuovo vita nuova? Manco per niente, il nuovo Premier Letta si è infatti visto sottrarre da Napolitano in persona la scelta del nuovo Ministro dell’Economia, trattasi di Fabrizio Saccomanni, scelto da Re Giorgio come garante degli impegni presi dall’Italia con l’Ue e tutti i suoi creditori.

Saccomanni, già favorito di Mario Draghi, ha già stretto mandibola e denti alla richiesta da parte del Pdl di rispettare gli accordi presi con l’elettorato, in particolare riguardo all’abolizione dell’imposta sulla prima casa. Saccomanni è un sergente dell’austerity e le sue dichiarazioni lo dimostrano: “In questo momento non ci possono essere rinegoziazioni con l’Ue, il deficit sarà tenuto sotto il 3% che è un limite invalicabile; il nuovo governo proseguirà sulla strada del consolidamento dei conti“.

Per quanto riguarda invece gli esodati ed il rifinanziamento della cassa integrazione si è limitato ad affermare che “non possono essere presi provvedimenti straordinari“. Povera sinistra che da sempre si è prodigata per il bene del popolo, ora invece si trova, per cause di forza maggiore (una volta era la madre Urss, oggi ha cambiato sigla in Ue), a richiedere il sacrificio stacanovista dei propri operai.

Chi si ritrova nella posizione più scomoda è sicuramente il Pdl che fin ora non ha fatto un passo indietro riguardo all’abolizione dell’Imu (dato che la campagna elettorale si è basata quasi esclusivamente su quello); questo rischia di diventare il nodo centrale per la sopravvivenza del neonato governo.

Rispettare gli accordi con l’Ue o quelli presi con il popolo italiano?

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Redazione Elzeviro.eu

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