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Renzi si inginocchia al nuovo Presidente americano

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Il nostro premier, che non abbiamo eletto, ha reso gli onori al neoeletto presidente americano Donald Trump.

 

Auguri a Trump, amicizia con USA solida“, queste le parole di Matteo Renzi che accompagnano l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca.

Anche Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri, ha reso i propri omaggi al tycoon.

C’è qualcosa di strano in tutto questo.

Lo scorso 18 ottobre Renzi aveva infatti omaggiato con una visita il presidente uscente Barack Obama, tessendone le lodi. Un gesto che, in aperta campagna elettorale americana, voleva essere di benedizione al fronte dei democratici. D’altronde il PD italiano ha sempre avuto il Partito Democratico statunitense come modello.

Non finisce qui.

Matteo Renzi è infatti stato l’unico tra i leader europei a schierarsi più volte apertamente dalla parte di Hillary Clinton, come ci suggerisce Repubblica due giorni fa. Anzi “per Renzi il candidato repubblicano incarna la politica della paura, dei populismi, di chi gioca con le ansie e il pessimismo degli elettori per lucrare sulle urne“, e la vittoria di Trump sarebbe un “disastro” per gli Stati Uniti d’America.

Questo ha detto Renzi nell’ultimo mese.

La situazione è dunque più che imbarazzante per il premier italiano non eletto che dopo aver fatto la voce del leone, sicuro della vittoria della Clinton, si trova ora a vestire i panni del bianconiglio implorando amicizia al nuovo presidente dell’impero stellare.

Anche lo stesso Gentiloni, lo scorso 4 novembre, nel corso della trasmissione radiofonica “viva l’Italia”, si era lanciato in una improvvida profezia. “Non credo vincerà Trump“, aveva detto Gentiloni, “Se vincesse Trump la differenza (con l’attuale amministrazione) sarebbe enorme, non solo in termini delle politiche di immigrazione, ma più in generale riguardo alla proiezione internazionale degli Stati Uniti“.

Il profeta Gentiloni ha toppato. In pieno.

Ora anche lui è corso subito ai ripari, omaggiando e augurando il meglio al nuovo “padrone del mondo”.

Questa vicenda ci dimostra ancora una volta l’approssimazione e la pochezza che caratterizzano la strategia della nostra politica estera.

Renzi e le giravolte, un connubio che porta direttamente sopra al carro dei vincitori.  

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Redazione Elzeviro.eu

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