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Electrolux detta legge nello Stato italiano

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Non è un caso che proprio un gran pensatore come Adam Smith avesse già previsto la pericolosità dei grandi aggregati economici pronti ad accaparrarsi ogni fetta di mercato. Nel suo saggio “Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioniquesto punto non è stato però preso in considerazione dagli economisti a noi contemporanei, più interessati alla teoria della mano invisibile.

Mano che è evidentemente nulla può di fronte al potere crescente delle multinazionali, le quali oramai oltre a dettar legge in fatto d’economia influenzano a dismisura le politiche di uno Stato sovrano. Electrolux è solo uno tra i milioni di casi che dimostra la sudditanza di un governo nei confronti dei potentati economici. Ieri al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto un summit tra governo (nella persona del ministro Federica Guidi), sindacati e i “megadirettori galattici” della multinazionale svedese.

Risultato? Un nulla di fatto tutto a vantaggio dell’azienda che ha semplicemente postdatato i licenziamenti (fino alò 2017), con un enorme vantaggio dato dalla “collaborazione” statale per ridurre l’onere dei contirbuti dell’azienda rispetto al lavoro degli operai. Insomma la multinazionale ha mantenuto la minaccia dei licenziamenti e ha inoltre ottenuto la partecipazione del capitale pubblico per i costi legati al lavoro operaio, il tutto con un gentile accomodamento da parte dei nostri rappresentanti politici.

Certo è difficile gestire l’economia in maniera autonoma quando si fa parte di organizzazioni quali Wto, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Unione europea, tutte organizzazioni che invadono enormemente la sfera d’autonomia economica di uno Stato sovrano. Abbattimento dei dazi, delle dogane e liberalizzazione degli scambi e apertura delle frontiere sono manna dal cielo per multinazionali che non vedono l’ora di comprarsi pure casa vostra e “licenziarvi” per abbatterne i costi.

Nel 2017 toccherà agli operai di Electrolux perdere il lavoro in nome del libero scambio, chi sarà il prossimo?

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Redazione Elzeviro.eu

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