Non una gran sorpresa, invero, ma ormai è quasi tenero constatare come certe testate additino clamorose sconfitte del M5S perfino quando queste si profilano come successi.
I dati definitivi delle elezioni regionali della Basilicata sono quelli qui di seguito:
LISTA | SEGGI | % |
---|---|---|
Lega Salvini Basilicata | 6 | 19,1 |
Forza Italia Berlusconi per Bardi | 3 | 9,1 |
Fratelli d’Italia | 1 | 5,9 |
Idea – un’Altra Basilicata | 1 | 4,2 |
Basilicata Positiva Bardi Presidente | 1 | 4,0 |
LISTA | SEGGI | % |
---|---|---|
Avanti Basilicata | 2 | 8,6 |
Comunità Democratiche – Partito Democratico | 2 | 7,8 |
Progressisti per la Basilicata [*] | – | 4,5 |
Partito socialista italiano (Psi) | – | 3,8 |
Basilicataprima Riscatto | – | 3,4 |
Lista del Presidente Trerotola | – | 3,3 |
Verdi Realtà Italia | – | 1,9 |
LISTA | SEGGI | % |
---|---|---|
Movimento 5 Stelle | 3 | 20,3 |
Scevra di ogni analisi di merito sull’azione politica del partito guidato da Di Maio, una constatazione sensata, ma assente sui media generalisti, sarebbe stata che il Movimento 5 Stelle si è presentato a questa elezione regionale, come ad ogni altra elezione, in una lista unica, senza alleati. Il Movimento 5 Stelle ha raggranellato il 20 per cento dei voti e pertanto si conferma come il primo partito nella regione, superando di più di tremila voti la Lega. La conferma di tale asserzione sta semplicemente nei dati di cui sopra.
Le solite truppe cammellate si sono presentate compatte con le stampelle di liste civetta acchiappavoti, cinque per il centrosinistra e ben sette liste del genere per il centrodestra. Eppure i votanti sono stati solamente un numero piuttosto basso rispetto agli aventi diritto, e hanno dovuto scegliere tra decine di liste. Naturalmente, in una condizione del genere, qualcuno può essere disorientato, e perfino sbagliare il voto.
Nemmeno seicentomila gli abitanti, un’affluenza che, pur cresciuta non è certo un boom, come titola Repubblica, per esempio. Non si può certo gioire per un’affluenza del 53,6%. Eppure la maggior parte delle testate celebrano un giubilo l’aumento del 6% dei votanti. Non una terra di elettori modello, la Lucania.
Pochi accenni, da parte della carta stampata, sulla caduta del centrosinistra dopo un quarto di secolo di governo ininterrotto della regione, con le famose promesse di farla divenire in breve tempo la regione più ricca d’Italia a causa delle riserve petrolifere. Intanto il mondo si evolve verso l’elettrico e la Basilicata resta al palo. Ci si può ben immaginare cosa significhi un quarto di secolo della stessa gestione, con gestione del voto, amicizie, nomine, assunzioni et similia. La lista singola del PD è crollata dell’80%, quella del centrosinistra del 50%, passando dal 60% al 30% dei ‘consensi’.
Quest’articolo, mi rendo conto ancora una volta, più che un’analisi politica sul voto in Basilicata, è uno strozzato lamento – l’ennesimo – sulle condizioni della stampa nel nostro paese.
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