Se disposizioni come lockdown, mascherine, età minima per la vaccinazione, obbligo vaccinale, greenpass, sono adottate in misura difforme – maggiore, minore o addirittura nulla – a seconda del contesto nazionale di riferimento questo può significare soltanto due cose.
O le leggi scientifiche italiane sono sostanzialmente diverse rispetto a quelle inglesi, tedesche, svedesi o giapponesi. Oppure il tenore di quelle stesse decisioni, pur avendo una base di scientificità, è motivato da convincimenti e interessi principalmente politico-ideologici. Non c’è una terza possibilità.
Lasciandolo così sostanzialmente libero di imporre un modello che, fra decretazioni d’urgenza, commissari straordinari, delegittimazione del Parlamento, lasciapassare obbligatori e azzeramento del dibattito pubblico, ha di fatto sospeso a tempo indeterminato la democrazia in nome della scienza.
Ecco, se fossimo un Paese “sano” e con sufficienti anticorpi democratici questo modus operandi simile a un raggiro (per non dire abuso della credulità popolare o circonvenzione d’incapace) sarebbe un tema importante su cui riflettere e discutere.
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