Autore: Giuseppe Masala
Allora, i Fisa sono delle autorizzazioni che l’FBI deve chiedere a dei giudici che si riuniscono in seduta segreta al fine di autorizzare operazioni di controspionaggio contro cittadini americani sul suolo americano. Insomma, in queste udienze l’FBI presenta al giudice le evidenze che gli fanno credere che delle persone stiano facendo operazioni di spionaggio a vantaggio di potenze straniere.
Ed a quel punto il giudice decide se autorizzare l’FBI a spiare i presunti spioni. Ovviamente tutto avviene in segreto, perché se i presunti spioni venissero convocati dal giudice saprebbero che verranno spiati e quindi prenderebbero le contromisure.
Ecco, nei Fisa Memo che autorizzarono lo spionaggio dell’FBI della campagna Trump sappiamo che l’FBI presentò come prove le soffiate di servizi segreti e di polizia di Paesi alleati che attestavano il sospetto. Sappiamo anche che in quei giorni l’unica delegazione che ebbe incontri con l’FBI fu una delegazione italiana e che tre giorni dopo dagli Stati Uniti partì uno squadrone dell’FBI diretto verso Roma.
Tutto questo lo sappiamo dai documenti divulgati dalla Commissione del Senato USA sui Servizi Segreti. E tutti si aspettano che furono gli italiani ad indicare come spia Trump sulla base della vicenda Mifsud e del collaboratore di Trump George Papadopoulos.
Sia come sia, a questa storia i romanzi di Le Carré gli fanno un baffo.
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