La » ne esce sostanzialmente sconfitta. Aveva chiesto con molta prudenza 2000 miliardi, ne ottiene un quarto. Macron ovviamente esulta e continua con la solita sceneggiata francese. Quel che è peggio è che dichiara che senza il preaccordo tra Francia e Germania il Consiglio europeo non decide nulla. Insomma perde, però si guarda allo specchio e gonfia il petto atteggiandosi da vincitore che guarda gli altri paesi dall’alto verso il basso. Ricorda quei bulli delle scuole medie, che stanno sempre a fianco del più forte della classe ammonendo gli altri che quello grosso è suo amico, quando in realtà ne prende persino più degli altri.
La religione del Leuropa necessitava di un segno tangibile, anche minimo. Era necessario la Germania accettasse di impegnarsi un minimo, offrendo le sue garanzie per qualche spiccio. Sia chiaro, si tratta però di un prestito, non sono soldi a fondo perduto. Non è chiaro come verrà costituito il fondo di garanzia per l’emissione dei titoli comuni, se attraverso i singoli stati o il bilancio UE. Quel che è certo è che si tratterà di un’emissione straordinaria, non della messa in comune del debito.
Insomma, Leuropa federale non s’ha da fare, dobbiamo accontentarci dell’accordicchio.
Paolo Desogus
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