Esteri

Bimbo affogato con la pagella in tasca: il frutto della retorica assistenzialista

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La straziante vicenda del bambino ritrovato con in tasca la pagella è l’ennesimo atto che deve indurre tutti ad una riflessione lucida e profonda, che invece, molto probabilmente, non avverrà.

Le migrazioni oggi non sono quello che dovrebbero essere, ovvero partenze spontanee volte a costruire una nuova vita di persone coscienti delle motivazioni e dei colpevoli delle motivazioni delle loro condizioni, ma sono deportazioni favorite dallo stesso capitale, che mentre da una parte occupa territori e specula, dall’altra favorisce la fuga in molteplici modi per aumentare la competizione al ribasso.

La colonizzazione dell’Africa non è solo questione pratica, materiale, ma anche ideologica e culturale.
“We are the world, we are the children” è iniziato tutto così. La retorica assistenzialista e umanitaria che, ai piani alti, nasce per depistare dalla vera soluzione e liberare le coscienze. Intanto la dittatura cubana debella la denutrizione infantile ma rimane sotto embargo.

Lottare per aprire i porti non risolverà mai la situazione, perché quel bambino, che diversamente non sarebbe certamente rimasto vittima del viaggio, lo sarebbe diventato comunque in un’esistenza senza risposta. Come schiavo del mondo del lavoro nero, della manovalanza della criminalità oppure di un’esistenza passata ad elemosinare in qualche angolo di città.

Non è questo il vero rifiuto della predominanza di una parte di mondo sull’altra, ma è la lotta per la sovranità, l’autodeterminazione e il libero sviluppo di quello che è, o sarebbe, il continente più ricco del mondo. Da sempre tenuto schiavo del giogo imperialista.

Nessuno deve morire in mare. Ma non deve neanche vivere da schiavo.
Ecco perché oggi chi per effetto della polarizzazione politica si schiera solamente a favore dell’accoglienza, senza guardare oltre, non costituisce un pericolo per il nuovo ordine mondiale.

La lucidità della lettura dei fatti propinati, l’analisi politica, fredda, cosciente e spietata, sono antidoti a divenire vittime di un’empatia che condanna gli stessi migranti.

Prospettiva Unitaria Livorno
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Redazione Elzeviro.eu

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