Secondo l’agenzia Reuters la Commissione Europea avvierà a giugno una procedura contro l’Italia per debito eccessivo. La multa dovrebbe aggirarsi intorno ai 4 miliardi di euro. (Il Sole 24Ore)
Appena asciugatisi il sudore dalla fronte, i rappresentanti di seggio hanno raccolto le scatole delle votazioni. Pochi istanti dopo, o forse in contemporanea, Bruxelles ha inviato una letterina al nostro premier e al ministro dell’economia in cui dava un ultimatum di due giorni per dare risposte sul debito eccessivo.
Due giorni. Nemmeno l’Austria-Ungheria diede un ultimatum così breve alla Serbia alle soglie della Prima guerra mondiale.
Pochi giorni dopo, la procedura di infrazione per debito eccessivo contro il nostro paese sembra ormai cosa certa, o quasi. Non come quando la dava per certa il Corriere, con una enorme fake news: questa volta la cosa è molto più plausibile.
Tale procedura potrebbe sostanziarsi in una multa colossale di 4 miliardi che darebbe una tirata di freno agli investimenti pubblici necessari in Italia, a partire dalle infrastrutture e i trasporti, per arrivare alla scuola passando per gli altri settori in crisi.
Nel frattempo si attende che i nostri partiti maggioritari, relegati in gruppi minori del Parlamento europeo, a parte il Pd (nei Socialisti del PSE) agiscano coerentemente con la massa di voti agguantati negli ultimi anni con promesse farlocche come uscire dall’Euro o addirittura dalla Ue stessa.
Ci attendiamo di vedere queste stesse facce spiegarci come l’Unione sia il meccanismo più adatto a ‘difenderci’ dalle speculazioni della finanza internazionale.
PPE, PSE e ALDE andranno a eleggere il nuovo presidente di quell’istituzione privata che gestisce la moneta unica: il successore di Mario Draghi alla guida della BCE. E ben si sa come le egemoniche teutoniche abbiano ormai condotto ad una sorta di potere di veto e decisionale sui conti nazionali dei paesi di fascia B (Italia compresa).
Questa situazione si è profilata permettendo ad alcuni individui di mettere becco su investimenti pubblici e solvibilità statale tramite pressioni, più o meno indirette e più o meno – molto meno – riportate dalla stampa mainstream. Ecco che dunque non c’è da sorprendersi per la procedura di infrazione per debito eccessivo che si profila.