E attenzione: il problema non è il Recovery Plan di Draghi ma il Recovery Fund 𝘪𝘯 𝘴é, che comporta le medesime condizionalità a prescindere dal governo che lo implementa. Questo scrivevo sei mesi fa, in pieno delirio massmediatico sulla “pioggia di soldi in arrivo da Bruxelles”:
«È paradossale che molti di quelli che hanno (giustamente) alzato barricate contro il MES “pandemico”, che a ben vedere di condizionalità ne prevedeva relativamente poche (ma non per questo era meno pericoloso), sono gli stessi che oggi plaudono al cosiddetto Recovery Fund, che a ben vedere prevede condizionalità molto più stringenti.
Finalmente, a colpi di crisi e di emergenze (spesso e volentieri costruite a tavolino), le élite nordeuropee sono riuscite ad ottenere, con la complicità di una classe dirigente italiana venduta e pusillanime, quello che vanno agognando da sempre: un controllo politico totale della politica economica dei paesi mediterranei e in particolare dell’Italia.
E il tutto in cambio in due spicci che in condizioni di sovranità monetaria potremmo tranquillamente creare a costo zero. Chapeau».
In questo senso – sia chiaro – il vero responsabile di questo disastro è Conte. Se Draghi – letteralmente l’incarnazione vivente del vincolo esterno – ha avuto gioco facile a presentarsi come il salvatore della patria che poteva garantire l’arrivo e il “buon uso” dei fantastiliardi dell’Europa è precisamente perché Conte in primis ha avallato fin dall’inizio la logica del vincolo esterno.
Il Recovery Fund, per evidenti fini di miope autopropaganda, è stato presentato come un generoso regalo di mamma Europa che lo scolaretto Italia avrebbe dovuto fare di tutto per meritarsi e “spendere bene”, e anzi senza i quali saremmo stati perduti.
Insomma, Conte – sospinto da MoVimento Cinque Stelle e PD – non ha fatto che alimentare l’idea dell’Italia come nazione minus habens incapace di gestire se stessa e perennemente bisognosa dell’aiuto (e a volte della “rieducazione”) di qualche “provvidenziale” attore esterno, per definizione più civilizzato e capace di noi.
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