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La menzogna della città ciclabile

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TORINO – Prima o poi doveva pur venire fuori, nonostante i falsi proclami e le frasi sognanti di gente che si fa abbindolare dalla vista di qualche ciclista in più.

E’ vero, per carità, il numero dei fruitori del mezzo a pedali è aumentato e il suo incremento è visibile ad occhio nudo, tuttavia una così lodevole inversione di tendenza nella città monopolizzata dalla Fiat non è dovuta a fantomatici investimenti del prodigo Comune. Sindaco e giunta  hanno costruito sopra la favoletta della nuova Torino pulita (i dati di gennaio 2013 la danno invece come l’ottava città più inquinata del mondo) e pronta a trasformarsi in un crocevia di veicoli senza motore, come testimonia anche la video-intervista a Fassino al link qui di seguito http://www.youtube.com/watch?v=dh1CDl4zi_o.

Niente paura, il Comune non ha toccato i fondi finanziari ormai nulli della città, nessun investimento è stato fatto per rendere più accettabile la condizione di chi si dichiara ciclista; la situazione è rimasta pressoché invariata. Anche la Stampa finalmente se ne è accorta, fin ora solo generosa di complimenti verso il Comune per l’iniziativa del Bike sharing, e ha riportato la protesta in atto dell’associazione Bike Pride, unione di ciclisti che lamenta il mancato intervento promesso dalla giunta Fassino su 15 incroci ritenuti pericolosi.

Di questi 15 interventi, che dovrebbero finire entro il 26 maggio, ben sette non sono stati nemmeno cominciati, segno che il Comune parla per demagogia spiccia senza fare i dovuti conti in tasca. Girare in bicicletta a Torino rimane dunque piuttosto pericoloso, tuttavia la tendenza dei cittadini, a ragione, è quella di prediligere il pericolo rispetto a insulsi sprechi e consumi di una benzina, il cui prezzo è diventato per molti intollerabile; questa è l’unica ragione di un aumento nell’utilizzo della bicicletta.

L’iniziativa del Bike sharing rappresenta la classica cattedrale nel deserto, e anzi incarna in pieno il detto “hai voluto la biciletta e mò pedala“, ovvero io Comune te la do anche la bici, ma la circolazione tra piste ciclabili interrotte (quella che percorre Corso Re Umberto e si interrompe all’angolo con Corso Stati Uniti è un esempio macroscopico) e slalom tra pedoni e macchine sono problemi vostri.

Avviso a tutti i torinesi: il Comune non ha più un euro e sta addirittura cercando di svendere il trasporto pubblico per rimpinguare i forzieri vuoti, dunque qualsiasi promessa di investimento è fumo demagogico utile solo per la prossima campagna elettorale.

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Redazione Elzeviro.eu

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