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ECOMOSTRO, non confondetevi

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Di ecomostri disseminati lungo la nostra penisola da speculatori senza scrupoli se ne contano purtroppo tanti. La mossa falsa dell’AGESCI.

Alcuni sono stati abbattuti, vedi Scala dei Turchi ad Agrigento, altri, come quello di Sezze (LT), l’Ecomostro-Anfiteatro, sopravvivono. E’ l’unico caso, quest’ultimo, in cui qualcuno cerca di mobilitarsi per raccogliere firme non per la sua demolizione, ma per la sua ultimazione. L’Agesci, associazione guide e scouts cattolici italiani, che dovrebbe avere a cuore l’ambiente, lancia una petizione finalizzata ad ottenere ulteriori finanziamenti per portare a termine lo scempio: un ammasso di cemento e marmo che ha preso il posto dell’Anfiteatro progettato e realizzato dal Piacentini, abbattuto con le ruspe nel 2005.

Una presa di posizione originale, che non ha uguali in Italia. Va sottolineato che in questo Ecomostro sono stati già dilapidati circa 3milioni di euro da tecnici ed amministratori poco attenti alle sorti del denaro pubblico e certamente non preoccupati di salvaguardare l’ambiente ed il patrimonio territoriale. Agli stessi dilapidatori si vorrebbero mettere in mano altri soldi. Come voler consegnare le chiavi del pollaio alla volpe.

Tutto questo quando dal punto di vista amministrativo la vicenda è conclusa: la Commissione Europea, constatato lo stato dell’opera, ha richiesto indietro i finanziamenti e la Regione Lazio, con delibera di Giunta di luglio 2014, ha inserito manufatto e comprensorio di via Piagge Marine tra i siti da dismettere, cioè in vendita. L’Agesci vorrebbe far credere che un ipotetico completamento dell’Ecomostro solleverebbe i cittadini di Sezze dal risarcimento. In realtà non siamo noi a pensarlo, ma è la normativa a parlare: i cittadini verrebbero chiamati a rifondere il danno solo nel caso in cui gli enti pubblici rinunciassero a rivalersi nei confronti dei responsabili, sia dell’iter ammninistrativo che di quello tecnico.

Ecco perché l’entrata dell’Agesci ci sembra a gamba tesa. Saranno pure (forse) in buona fede questi scout, ma in questo modo si devia rispetto alle grandi e gravi responsabilità di una intera classe politica e di gruppi di tecnici, che piuttosto che realizzare un progetto già approvato di ristrutturazione del sito, che sarebbe costato 300mila euro, ha inspiegabilmente proceduto con l’approvazione e la realizzazione di un secondo progetto, molto più costoso, non di ristrutturazione ma di demolizione.

Quello che ha condotto alla devastazione dell’ambiente in cui era inserito l’Anfiteatro ed alla costruzione dell’Ecomostro inconcluso. Una vicenda, per il danno arrecato alla città ed alla sua storia, che non deve passare nel dimenticatoio senza che i responsabili paghino. Qualcuno vuole evitare questo, rischiando di far pagare gli incolpevoli sezzesi? 
L’unica proposta sensata e la più economica, nell’interesse di Sezze, resta quella dell’abbattimento dell’Ecomostro, del ripristino delle gradinate, del recupero ambientale.

Movimento libero iniziativa sociale

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Redazione Elzeviro.eu

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