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A Milano vogliono far tornare gli Anni di piombo? Siamo pronti

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Un collaboratore della giunta Pisapia strappa i manifesti per la morte di Ramelli e li pubblica su Facebook. Tanta solidarietà da parte di vari pacifinti, tra cui la presidentessa di Emergency, figlia di Gino Strada.

MILANO – Lunedì scorso è stata bruciata da un commando di signorini la libreria Spazio Ritter, a Milano. Libreria identitaria e tradizionalista, non andava a genio alle menti brillanti che vorrebbero monopolizzare, dall’alto della loro violenta idiozia, la cultura. Eppure non abbiamo udito né un levarsi di scudi, ma neppure una difesa appropriata da parte delle istituzioni.
La notizia ha fatto il giro del social, eppure non è apparsa sui più grandi canali d’informazione con la dovuta evidenza. Il mettere a fuoco una libreria non è forse un atto pericolosissimo, barbaro e incivile?

Nell’alveo di questo clima sereno, ieri, si celebrava l’anniversario della morte di Sergio Ramelli, vittima dell’odio comunista negli anni di piombo. A differenza di allora oggi, per fortuna, non muoiono giovani per strada in una stagione di terrorismo assurda e che, nell’Occidente, abbiamo vissuto solo noi, ma, sempre a differenza di allora, gli estremisti non si annidavano nelle istituzioni.

Ieri invece il brillante Paolo Limonta, responsabile dell’Ufficio relazioni con la città del Comune di Milano e braccio destro del sindaco Giuliano Pisapia, ha pubblicato su Facebook una foto che lo ritrae mentre accartoccia un poster strappato delle celebrazioni in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane del Fronte della Gioventù ucciso quarant’anni fa. Il “clima sereno” in cui versa il capoluogo lombardo lo avrà convinto che questo comportamento costituisce un’intelligente attuazione del suo ruolo. 

Ogni giudizio su tale signore (un insegnante, sic!) lo risparmiamo qui, mentre invitiamo a fare una visita sul suo profilo Facebook non per esprimere, con tutta cortesia, i vostri graditi pensieri, perché non concede di commentare, ma solo per rendervi conto dei rappresentanti dei cittadini che frequentano il consiglio comunale milanese, i quali in gran numero hanno appoggiato il signore.

Tra i vari commenti che hanno ottenuto il plauso di Limonta, molti parlano di apologia di fascismo, di strumentalizzazione da parte dei “nazifascisti” della morte di Ramelli (siamo alle comiche); ivi spicca decisamente quello della presidentessa di Emergency, che è ideologicamente schierata come il padre, ma per non rendersi conto della idiozia del gesto e della pubblicazione sbandierata da parte del Limonta, deve essere anni luce indietro rispetto al padre Gino, pacifista vero.
A Milano vogliono far tornare gli Anni di piombo? Siamo pronti.

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Redazione Elzeviro.eu

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