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Torino (dis)organizza la Turin Marathon

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La XXVIII edizione della Turin Marathon, tenutasi oggi 16/11, sembra unire tutto l’entusiasmo della città. Ben 25000 i corridori che hanno scelto di partecipare alla Turin Marathon, alla Stratorino (la versione non competitiva) e alla Junior Marathon, la formula adatta ai più piccoli. Si è così deciso, in maniera un po’ ottimistica e avventata, di accorpare le due competizioni di corsa, attirando in questo modo un notevole flusso di gente.

Un po’ avventata è sembrata essere anche la scelta del percorso che ha tagliato in due la città: partenza in piazza San Carlo, poi verso Corso Moncalieri direzione Nichelino e infine ritorno da Corso Orbassano verso Piazza Castello. La Stampa, uno dei principali sponsor della corsa, sminuisce ovviamente il disagio creato dalla disorganizzazione della corsa dicendo semplicemente: “Il giorno della Turin Marathon è un giorno di festa, e questo val bene qualche ora di disagio per il traffico”. Peccato che alcuni utenti del web non abbiano preso con la stessa filosofia questo disagio, dato che alcuni sono stati costretti a raggiungere le strutture ospedaliere a piedi, come Riccardo che così esprime il suo dissenso: “Non tutti sono giovani ed in buona forma fisica. Molti possono aver necessità o legittimo desiderio di recarsi di domenica in ospedale senza avere la possibilità di farlo con le proprie gambe. Credo proprio che per tutelare i diritti degli atleti siano stati calpestati senza scrupoli, quelli di tanti cittadini deboli e silenziosi. Una indubbia e sgradevole dimostrazione di scarso rispetto e di inettitudine da parte degli organizzatori“.

Alcuni utenti suggeriscono di spostare la gara fuori Torino di modo da non calpestare le legittime esigenze dei cittadini che non partecipano alla manifestazione.

Senza contare il dispendio notevole di risorse impiegate per tenere impegnati gli agenti della Municipale, della Polizia e dei Carabinieri, disimpegnandoli così da compiti più urgenti e gravosi rispetto all’organizzazione di una “corsa campestre”. Invitiamo ad ogni modo La Stampa, nonostante la posizione di finanziatore della corsa, a dar voce a coloro che hanno patito disagi a causa della disorganizzazione, in nome di un giornalismo privo di faziosità. 

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Redazione Elzeviro.eu

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