Il faccendiere del Pd “invita” a tesserarsi?

Salvatore Gallo, detto Sasà, ex socialista del Psi di corso Palestro a Torino, non si scompone dopo la pressione dei media sul caso delle tessere del Pd, che vede in lui un fulcro dell’attività torinese per quanto riguarda i tesseramenti del partito.

Consigliere comunale Psi dall”85 al 1992, la sua carriera politica subisce un arresto per grane giudiziarie legate all’ospedale San Luigi di Orbassano, della quale gestione era stato nominato presidente in sostituzione di Enrietti, che divenne presidente della giunta in Regione Piemonte. Quello stesso stinco di santo d’un Enrietti, recentemente arrestato per appalti truccati. Questi socialisti che non sono usciti troppo bene da Tangentopoli, però, non sono mai usciti del tutto dalla politica, trasfusi nelle maggiori compagini che oggi formano il centro destra (Forza Italia) ed il centro sinistro (Pd).

Il caro Sasà, con figlio Piddino anch’esso (manco a dirlo) collocato in Provincia, risponde alle domande incalzanti affermando che verrà a galla la verità, anche se oggi addirittura mezzo Partito democratico (tra cui la Repubblica, quotidiano che ben sappiamo essere “allineato” al partito, se non suo organo), lo accusa di avere portato troppe tessere, come lasciare ad intendere sulla falsità delle stesse, o di alcune di esse.

Difficile quantificarle: troppo presto per parlare, ma i media scrivono di ricatti del tipo “o ti tesseri, o perdi il lavoro“. Certo è che la fitta trama di conoscenze e impieghi, pubblici e non, del Gallo potrebbero permettergli di muoversi agevolmente in questa direzione. Staremo a vedere se trattasi di accuse derivanti dalla faida interna al Pd, oppure di vere e proprie azioni illegali intentate da Salvatore, socialista di ferro classe ’41 che non si scompone minimamente di fronte alle accuse.