Niente fiducia ai “padri puttanieri”

No agli appelli alla governabilità provenienti da Pd e Pdl. No alle suppliche bersaniane. Scontato. Agli assurdi ed interessati pietismi di un Bersani premier incaricato, in una situazione in cui le cariche dello Stato sono state espropriate da un partito tra i tre che hanno ottenuto il 30 percento dei voti degli elettori, il partito di opposizione che fa capo al comico genovese ha risposto picche. No alla fiducia al piddì. O pdmenoelle, come lo definisce il comico.

Il Pd: un partito (in effetti l’unico partito rimasto) che ha dimostrato a più riprese di fregarsene della volontà popolare, inverando la messinscena delle parlamentarie (con tanto di esenzioni eccellenti) sull’onda della democrazia partecipata dei cinque stelle, facendo vincere Bersani anche andando a prelevare gli anziani negli ospizi, un partito che degli intrallazzi fa il suo primo vile mestiere, un partito con le stesse facce manovratrici da trent’anni, un partito dove il “rottamatore” è figlio di un onorevole, nonché sottomesso esecutore delle volontà di Gargamella, un partito che ha preso in giro fin dall’inizio il Movimento Cinque stelle e nei modi più superbi, ora vorrebbe, non per il bene del paese beninteso, ma per poter portare avanti un governo di centrosinistra come quelli che abbiamo già visto, la fiducia dai Cinque stelle.

Non trovate anche voi che vi sia qualche stortura, così, di primo acchito? Le espressioni colorite di Grillo “padri puttanieri” altro non sono se non il segno del malcontento verso la politica: in questo caso ben fa il M5S a definire “portavoce” i suoi rappresentanti, anche se ainoi, talvolta constatiamo che si tratta di portavoci rappresentanti ben troppo diretti del popolo, o popolino che dir si voglia. Lo scotto da pagare per un briciolo di onestà in un Parlamento definito dal grande cantautore Battiato “pieno di troie disposte a tutto”?