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No al manifesto di Forza Nuova: i militanti insorgono

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GIAVENO (TO) – “Forza Nuova” domani manifesterà contro la decisione dell’amministrazione giavenese di revocarle l’utilizzo della bacheca, dove era stato affisso il manifesto in foto, perchè “forza politica non rappresentata ad alcun livello istituzionale”.
A Giaveno, comune della cintura torinese, da regolamento, le varie bacheche del centro sono assegnate a gruppi consiliari, forze politiche e associazioni. La bacheca in questione fu concessa a “La Destra”, i cui esponenti ora sono passati a FN.
Si annuncia una contromanifestazione antifascista e antirazzista, dopo che contro l’esposizione del manifesto (un paio di settimane fa) si era già tenuto un flash-mob.

Non sono solito intervenire nelle discussioni. Credo che chi è chiamato a raccontare i fatti, specie quando si tratta di giornalismo locale, deve limitarsi a fare fotografie (anche un po’ asettiche) piuttosto che “radiografare” le questioni.
Faccio un’eccezione, per poi riportarmi alla regola.
La vicenda all’oggetto ha una sua complessità. Ci ripropone tutto intero il tema popperiano della “tolleranza e i suoi limiti”. 

Il fatto, poi, che si sia scelta una “via burocratica” nell’affrontare il problema non lo depotenzia, bensì lo acuisce. Riportandoci al metodo, più che al merito.
Un approccio relativista tende a rendere dicibile ogni opinione. Rimuovendo dall’orizzonte, di fatto, la ricerca della verità delle cose. Al più introducendo, quale presunta barriera, un’arma non meno totalitaria (stando ai fatti) qual è il “politicamente corretto”.
L’antifascismo militante, che è cosa diversa dall’antifascismo storico, si è spesso reso protagonista della “reductio ad Hitlerum (o reductio ad nazium)” di tutte le posizioni che riteneva sgradite. Fu Marco Pannella il primo a utilizzare la provocatoria formula “fascismo degli antifascisti”. 

Un certo conformismo culturale ha spinto, poi, le “posizioni non conformi” a un’estetica collocazione nell’estrema destra. Spazio politico in cui convivono molte sfumature, tra cui tante nostalgiche (e nettamente condannabili). 
Ritengo concettualmente sbagliato quanto si afferma nel manifesto. Altrettanto che non si possa laicamente discutere di un ragionevole governo dei flussi migratori. Sempre partendo, nel solco di quanto autorevolmente ci insegna Papa Francesco, dal riconoscimento della dignità umana e ponendo al centro la persona come valore assoluto. Come non sempre, dall’estrema destra fino Salvini, si fa.
Non sarebbe stato più utile un ampio confronto con il tema, senza opposti estremismi e anatemi?

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Redazione Elzeviro.eu

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