“Jean Marie Le Pen sembra essere entrato in una vera spirale tra strategia della terra bruciata e suicidio politico”.
Così si esprime Marine Le Pen. Sostenuta da tutta la nuova leva di dirigenti del Front National. Conta anche poco, non che non sia irricevibile il negazionismo del l’ottuagenario ex-leader, il tema dello scontro. Per gli italiani che osservano oltralpe, vittime di destre fatte di colonnelli e cerchi magici incapaci d’altro che l’adulazione, conta il coraggio del “tradimento necessario“.
Qualcosa di più intenso e vivo della miseria giovanilista della rottamazione. Un superamento. La costruzione sul campo di battaglia di un’alternativa, di un’ulteriorità. Nulla a che vedere con le discontinuità dorotee degli Alfano e dei Fitto, i “diversamente berlusconiani”. Distinto, radicalmente, dall’annullamento politicamente corretto delle ben poco non conformiste “eresie finiane”. La capacità di incidere nella carne, di lacerarsi per liberare nuove energie. Quello che serve. E con una dignità culturale.
Altro che il “felpato” Salvini.
@mc_margrita
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