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C’è un giudice a Milano. Assolto Berlusconi, si potranno finalmente regolare i conti col berlusconismo

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C’è un giudice a Milano. E Silvio Berlusconi è assolto, in secondo grado del pornoprocesso Rubygate, dal reato di essere Silvio Berlusconi.
Una buona notizia anche per chi, come chi scrive, berlusconiano (se non in saltuaria e necessitata opzione elettorale) non è mai stato. Una buona notizia: per il Paese, per la magistratura, per il centrodestra e – ma non è la maior pars – anche per l’ex-Cavaliere.

Per il Paese. Non si può, se si vuol essere obiettivi, non sentirsi più liberi con la sconfessione di un’operazione che sa troppo di Iran e Nord Corea. Tutta improntata alla criminalizzazione di comportamenti personali. Con un massiccio e discutibile utilizzo delle intercettazioni e dello scandaglio delle vite private. I magistrati non sono chiamati a verificare la virtù delle persone, ma a giudicare reati chiaramente individuabili/individuati.
In questa partita c’è stata una vergognosa (e per nulla notata dal femminismo telegenico del “Se non ora, quando?”) criminalizzazione di ragazze che hanno, certo discutibilmente, deciso di autodeterminare, meno postumanamente di quanto predica il sempre più pervasivo relativismo a fosche tinte totalitarie, l’utilizzo del loro corpo.

 

Per la magistratura. Un pronunciamento, quello di oggi a Milano, che dimostrata, anche contro la ventennale narrazione berlusconiana, che la magistratura sa essere un ordine dello Stato, senza trasformarsi in contropotere antidemocratico. Un fatto che non può non rassicurare i cittadini.

 

Per il centrodestra. Proprio nel momento in cui, forse non senza connessioni con una ampia strategia difensiva in questa stagione processuale, il berlusconismo senile si produce in un appoggio (amor fou) allo sbrigativo riformismo renziano, quest’assoluzione consente di riprendere in mano (senza tattici e furbeschi giustizialismi) l’opera di aberlusconizzazione del centrodestra. Dimostrando, anche, che “l’approccio Coppi” – alieno da una delegittimazione della magistratura – consente una sensata istituzionalizzazione degli aspetti più pregnanti (e oggi dismessi) della “eresia berlusconiana”.

 

Per Silvio Berlusconi (non come piacerebbe a lui, probabilmente). All’uomo Berlusconi, da quest’assoluzione, è conquistato lo spazio di una necessaria profonda autocritica sul delirante declino nel satrapismo. Con il “bunga bunga” che diventa strumento di selezione della classe dirigente, in un progressivo assolutizzarsi della cortigianeria. Un Berlusconi che appare più uomo – non più superuomo di cartapesta – nella manifestata debolezza. Un Berlusconi che può finalmente, ascoltando i più sinceri dei suoi consiglieri, abbandonare la pretesa dell’insostituibilità.

 

C’è un giudice a Milano. La magistratura non è una casta di sedicenti ayatollah contra personam. Il centrodestra può vedere il Berlusconi umano, troppo umano; comprendere che non è “lesa maestà” immaginare di chiuderne l’avventura politica. Buone notizie per il Paese. Un’assoluzione che fa tirare un sospiro di sollievo. Un passo verso il divenire davvero “un Paese normale”.

 

Marco Margrita
@mc_margrita

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Redazione Elzeviro.eu

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