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Mario Adinolfi, la sinistra che ha ragione

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Sabato 3 maggio, alle ore 19, presso la Sala congressi del Centro studi San Carlo (via Monte di Pietà, 1 – Torino), Mario Adinolfi presenterà il suo “Voglio la mamma”. Un incontro organizzato da: Il Laboratorio (associazione culturale), Unione Regionale M.C.L. (Movimento Cristiano Lavoratori), Centro Studi San Carlo.

Mario Adinolfi ci conduce in questo libro in un viaggio complesso dentro una serie di argomenti tabù per la prima volta racchiusi in un unico volume: dal matrimonio omosessuale alla mercificazione della maternità fino alla cancellazione della figura materna nella cosiddetta “omogenitorialità” maschile. E poi altri temi spinosi come eutanasia, transessualità, aborto, turismo sessuale, pedofilia, eutanasia pediatrica. Con una visione “da sinistra” ma eretica e inaccettabile per buona parte della sinistra stessa, sulle orme della lezione di Pasolini e De André, Adinolfi espone insieme alle sue opinioni sulla difesa del soggetto più debole anche una serie di dati e cifre sui fenomeni citati che mai erano stati raccolti prima in un unico testo.

 

La sinistra politica – per dirla con Augusto Del Noce, dopo il “suicidio della rivoluzione” – ha imboccato la china libertina e libertaria, in ultimo borghese e “politicamente corretta”. In pochi hanno resistito a questo “indebolimento”. Sui temi etici e biopolitici, in particolare, la sinistra si allontanata da ogni riferimento forte a ragione e natura, di fatto facendosi “ancella e agente” di visioni individualiste e consumiste.

Una posizione che la rende particolarmente incapace di cogliere le sfide in campo. Sfide che sono ben riassunte nell’incipit (qualcuno, come si diceva, ha resistito) del manifesto dei “marxisti ratzingeriani” (il compianto Pietro Barcellona, Paolo Sorbi, Mario Tronti e Giuseppe Vacca).”La manipolazione della vita, originata dagli sviluppi della tecnica e dalla violenza insita nei processi di globalizzazione – scrivono i quattro pensatori – in assenza di un nuovo ordinamento internazionale, ci pone di fronte ad una inedita emergenza antropologica. Essa ci appare la manifestazione più grave e al tempo stesso la radice più profonda della crisi della democrazia. Germina sfide che esigono una nuova alleanza fra uomini e donne, credenti e non credenti, religioni e politica. Pertanto riteniamo degne di attenzione e meritevoli di speranza le novità che nel nostro Paese si annunciano in campo religioso e civile”.

Su queste sfide, Mario Adinolfi (cattolico di sinistra) aggiunge la sua voce con un riuscito libro, che ha suscitato (in rete e nella società) un po’ di movimento: “Voglio la mamma”.
Adinolfi tenta un’operazione difficile, per quanto indubbiamente affascinante, quella di dimostrare che la “questione sociale e democratica” porta con sé la necessità dell’ammettere “principi non negoziabili”. Una sinistra, quella di Adinolfi, potremmo dire ratzingeriana. E, forse ancor di più, bergogliana. Ché Bergoglio non è quella figurina irenica e buonista che vorrebbero, da Maria De Filippi a Eugenio Scalfari passando per i “clericali del dissenso”, farci credere.
Non sappiamo se quest’altra sinistra è davvero possibile come “fatto collettivo”, ma… è bello crederlo.

 

Marco Margrita

@mc_margrita

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Redazione Elzeviro.eu

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